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documenti 255

qualche notizia nel mio libercolo Roma e Venezia. (Appendice al volume Politica Segreta Italiana).

Mi rivolgi due domande su Luigi Grandoni, uno dei 16 accusati di quell’assassinio, condannato a morte con Sentenza del Supremo Tribunale della Consulta ai 17 Maggio 1854 (cioè sei anni dopo il reato) e che suicidossi in carcere.

Alla prima domanda rispondo:

Conobbi assai da vicino Luigi Grandoni, che fece parte della patriottica spedizione 1848 nel Veneto, quale Tenente della Legione Romana, nella 3. Compagnia, capitanata da mio cugino Luigi Malagricci.

Non ostante i gravi difetti del carattere di Luigi Grandoni, non ostante la sua presunzione, vanità e ambizione, sul mio onore e sulla mia coscienza, ti dichiaro che l’ho sempre giudicato un uomo onesto, e pieno di punto d’onore.

Alla seconda tua domanda:

Non ho mai creduto e non credo che egli fosse partecipe della trama ordita contro la vita di Pellegrino Rossi. — Non vidi Grandoni alla Cancelleria nel momento della tragedia, e in qualunque caso sono certo ch’egli fosse ignaro dell’organizzato eccidio. — Per me la prova maggiore fu il suo suicidio in carcere.

Del resto ti ripeto le poche parole ch’io scrissi nel sopra citato mio libercolo:

«Chi fu l’uccisore del Rossi? di chi fu il mandatario?

«Chi volesse ricercarlo nel voluminoso processo farebbe opera vana. Il Processo avrebbe potuto dirlo. Non si volle che lo dicesse. Si tremava forse innanzi alle possibili rivelazioni. ..».

Sono e sarò sempre a tua disposizione, onorando e mio carissimo amico, e credimi

tuo dev.mo
Diamilla Muller


All'Onorevole
Prof. Raffaello Giovagnoli
Deputato al Parlamento

ROMA