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capitolo decimottavo 17

spirazione tendente al rovescio del Governo e dell’autorità legittima, la quale cospirazione proruppe ad atti più decisi ed aperti il giorno 16 novembre.

  § 2° Che alla cospirazione, connessa ai moti democratici di Piemonte e di Toscana, avessero parte qui in Roma diverse riunioni clandestine che andarono formandosi successivamente alla nota enciclica del 30 aprile 1848, risguardante i movimenti di guerra contro l’Impero Austriaco.

Lasciando stare il piccolo errore di data, perchè la nota Enciclica fu data fuori il 29 e non 30 SO aprile, io rilevo che la connessione con i moti democratici di Piemonte e di Toscana non ha nessuna prova in processo, all’infuori dei si disse, si vociferò, si diceva di alcuni testimonii e rilevo che quella connessione è storicamente inesatta perchè, se le Riunioni clandestine cominciarono dopo il 29 aprile, nessun moto democratico era a quel tempo e fino all’ottobre 1848 avvenuto in Piemonte e in Toscana.

Osservo poi che ci vuole una bella impudenza a chiamar clandestine le riunioni che Ciceruacchio teneva all’osteria Mattei a Piazza di Spagna, all’osteria del Fornaio a Pipetta e anche quelle che tenne al fienile, non nel 1848, ma nel 1849 e quelle che i Facciotti tenevano nella loro bottega alla salita di Martorio o all’osteria delle Chiavi d’Oro, o quelle che si tenevano al Colosseo, o a piazza di Venezia o quelle dei Legionari alla Filarmonica e al Teatro Capranica — che cominciarono, del resto, alla fine di settembre — riunioni tutte, meno quelle dei Reduci, tenute in pubblico, al suon dei bicchieri e in continue bevute, fra quaranta, cinquanta, sessanta e fino a settanta persone e in mezzo alle quali liberamente penetravano ed assistevano alle chiacchiere, alle declamazioni di Ciceruacchio, del Guerrini, del Carbonelli, del Maiorini e a quelle sgangheratissime di Bernardino Facciotti, un Badini, un Cecchetti, un Gregorio Salvati, un dell’Olden, un Molari, un Toncher, che poi andavano a riferir tutto ciò che sconclusionatamente si era detto al capo degli Agenti di Polizia Rosalbi, all’Ispettore Volponi, al Cavalier Rufini e al Ministro Rossi.

E enumerando nello stesso § 2 quelle società, che egli