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18 il processo di pellegrino rossi

chiama clandestine e che ha detto essere diverse e che poi si riducono a tre — il Laurenti dà i nomi dei capi della prima Angelo Brunetti, Pietro Sterbini ecc. e falsamente afferma che la terza fosse capitanata dal Grandoni — e dico falsamente perchè non esiste una sola deposizione in Processo che dia come solo presidente delle riunioni del Capranica il Grandoni — il quale fu, insieme col Ruspoli, col Costa, col Lopez, col Buti e col Belli uno dei sei promotori di quelle sette od otto riunioni — ma quando si tratta di designare il primo fra i capi della seconda riunione scrive altra nel Rione Monti, capitanata da un facoltoso signore, ora contumace, da Ruggero Colonnello ecc.; e con ingiusta reticenza tanto qui — come in seguito — chiama sempre il Principe di Canino, quel signore facoltoso, ora contumace.

Continuando il Laurenti nel § 3 del suo Prospetto afferma che furono attratti alla cospirazione Carabinieri e Dragoni e nel N. 4 sulla sola affermazione dell’impunitario rivelante, non corroborata da alcun’altra testimonianza, anzi smentita da un coro di testimonianze, dà per resultante degli atti la colleganza fra le tre società clandestine suddette sotto la dipendenza dei Capi del Circolo popolare.

Così, dando per vero e per provato ed acquisito in atti ciò che è deposto dal Rivelante, nel § 5, è detto che da costoro e dagli altri capi delle riunioni suddette fosse predisposto l’omicidio Rossi, per togliere di mezzo l’ostacolo delle meditate novità e, nel § 6, dà, quindi per accertati più raduni preparatorii nel fienile del Brunetti nelle sere precedenti il 15 novembre e specialmente in quella del 13, in cui, dopo che lo Sterbini, il Guerrini e il Brunetti ebbero dichiarata la impresa da compiersi il 15, furono date istruzioni ed armi e, nel § 7, che la sera del 14 novembre al Circolo popolare vi fosse nuova riunione, nuove dichiarazioni e nuove declamazioni e, nel § 8, che nella stessa sera del 14 molti dei Capi si riunissero al Teatro Capranica insieme a molti Legionarii, ai quali si dava specialmente l’incarico dell’assassinio e quivi, determinando il modo, il tempo, il luogo, si destinassero sei od otto individui addetti e pronti ciascuno a pugnalare il Ministro ecc.