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capitolo decimottavo 27

indipendenza italiana, che il Papa non voleva, e non mi ci soffermerò perchè il Laurenti ha dimenticato, o finto di dimenticare che Pio IX aveva accordato lo Statuto e che, per conseguenza, era divenuto un Principe costituzionale e che il Ministro Mamiani-Galletti rappresentava costituzionalmente la volontà legalmente manifestata dai Deputati del paese legittimamente eletti e i quali volevano la guerra per l’indipendenza nazionale.

Nel § 19 il Laurenti falsamente afferma, sulla unica accusa del Rivelante Bernasconi che il Grandoni accedesse alla osteria Mattei, mentre non un solo testimonio convalida quella accusa, la quale anzi solennemente al Laurenti risultava smentita dalla concorde deposizione di sei testimoni, che avevano una importanza decisiva su questa circostanza, vale a dire i due proprietari e i due ministri di quella osteria e i due garzoni che in quella servivano gli avventori nel 1848.

Dal § 48 al § 67 il Relatore Laurenti si industria e si affatica, con falsificazione degli atti, a stabilire che nel 1848 in preparazione alla congiura contro Pellegrino Rossi si tenessero raduni notturni al fienile del Brunetti, i quali non avvennero due volte, cioè nel 1848 prima dell’omicidio Rossi e nel 1849 dopo l’omicidio Rossi e in tempo di repubblica, come si affanna a voler dare a credere il Bernasconi e, sulla fede di questo il Processante Relatore, ma avvennero una volta sola, cioè nel 1849 a tempo di Repubblica.

Interrogando i due Giudici Istruttori i testimoni intorno a quei Raduni, a due, a tre, a quattro anni di distanza, ne avvenne naturalmente che molti di quei testimoni non ricordassero con precisione se quelle riunioni fossero avvenute prima, o dopo, tanto più che i due Giudici Istruttori capziosamente interrogavano: se sia intervenuto nel 1848 a qualche riunione al fienile ecc.

Con tutto ciò ecco le vere risultanze processuali, che i lettori potranno, volendo, riscontrare da loro sulla scorta delle deposizioni da me riferite. Intorno alle riunioni al fienile di Ciceruacchio furono interrogati sessantacinque testimoni; dei quali quarantatre o dichiararono di non esservi