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42 il processo di pellegrino rossi

bilmente il governo Sardo ad una nuova guerra di indipendenza e che spingevano tutti i patriotti della Toscana e dello Stato romano a volere unite in quella guerra le milizie di cui Toscana e Roma potessero disporre, non mostra soltanto la sua ignoranza come storico, ma palesa altresì la sua insufficienza logica e la sua inabilità di Avvocato, riproducendo, a brani, un documento che egli, nell’interesse della causa che sosteneva, avrebbe dovuto lasciar nelle tenebre, un documento da cui emerge la condanna della sua tesi, da cui scaturisce la generale impopolarità nella quale, come entro un turbine, fu avvolto il Conte Rossi, un documento che fu realmente la causa principale di ciò che avvenne il 16 e il 16 novembre e, in cui, perciò, sta racchiusa, se non la giuridica giustificazione, la storica spiegazione dell’infausto omicidio che forma l’argomento di questo Processo.

Nè meno inabile si mostra il Relatore, quando nei paragrafi successivi, riporta frammenti di articoli del Contemporaneo, dalla Pallade e dell’Epoca fieramente ostili al Ministro Rossi e alla sua politica: giacché, enunciato poco prima il fatto che fu causa, mostra di meravigliarsi dei fatti successivi che ne furono i logici effetti; e perchè non pensa che, col mettere in rilievo le condizioni di esasperazione e di sdegno degli organi più diffusi della pubblica opinione in Roma, egli mette in rilievo le attenuanti che potranno invocare a loro favore gli accusati dell’omicidio Rossi.

Dal § 436 al § 486 il Relatore si adopera a tutt’uomo, sempre appoggiato unicamente al Rivelante impunitario, a dar la prova della Fusione delle varie congreghe ostili al Rossi, fusione che deve approdare, secondo le affermazioni del Bernasconi, alla riunione di oltre Duecento cospiratori nella sera del 13 novembre al fienile di Ciceruacchio e a quella finale della notte del 14 successivo al Teatro Capranica.

Se un po’ più di logica e un po’ meno di ardore fiscale avesse informato l’opera del Relatore, questi avrebbe dovuto vedere le incoerenze e le contraddizioni manifeste che esistevano nelle rivelazioni dell’impunitario e avrebbe do-