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capitolo decimottavo 61

giorno 15 al negozio Suscipii, ove egli era ministro e domando se dopo una simile coartata aveva il Relatore diritto di affermare che risultava dagli atti essersi il De Andreis trovato alla Cancelleria; e quanto ad Eugenio Terziani, che lo Squaglia noverò fra quelli che avevano frequentato le riunioni del Capranica ma che nessun testimonio indicò come presente alla Cancelleria, è una vera falsità del Relatore averlo noverato fra i presenti, tanto più che egli, interrogato se avesse acceduto alla Cancelleria, disse la ragione per cui — anche se per una ipotesi, avesse voluto — non avrebbe potuto accedervi, e, cioè, che in quel periodo egli, come maestro di musica Concertatore, era impegnato da mezzo giorno alle due pomeridiane alle prove al Teatro Argentina, cosa pubblicamente notoria e facilissimamente verificabile dal Processante, se lo avesse voluto.

Quando poi il Processante Relatore, sempre ritenendo per risutanze degli atti, le menzognere affermazioni dell’impunitario anche se non convalidate da alcuna prova, entra nell’esame delle responsabilità specifiche dei vari imputati, non basterebbero duecento pagine a mettere in rilievo tutte le inesattezze, tutte le decomposizioni e rabberciature di comodo delle varie deposizioni e le spesso puerili illazioni che da quelle mastuprate deposizioni il Relatore trae fuori.

E, prima di finire, rileverò soltanto come il Processante — il quale per le risultanze specifiche ha adottato una nuova numerazione di paragrafi e la ricomincia per ogni imputato — impieghi 92 paragrafi per raccogliere gli elementi di responsabilità per Sante Costantini, diluendo, avanzando, regredendo e dando prova di una deficienza di logica e di una debolezza di discernimento veramente compassionevoli; mentre con poderosa sintesi avrebbe potuto raggruppare in una quindicina di pagine quelle responsabilità, di per se stesse chiare e gravissime, che egli ha sventagliate in quarantatre pagine. E questo inutile sparpagliamento di ricerche, di citazioni e di deduzioni in buona parte è dovuto alla smania, alla fissazione del Relatore di voler fare apparire ancora Sante Costantini come materiale esecutore della uccisione del Rossi, mentre a lui insultava provato in pro-