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capitolo decimottavo 63

nero ad eccepirlo come noto per affari di lenocinio e immeritevole di fiducia. Sussiste che il Bernasconi indusse Gaspare Casa affermando avergli costui confidato che Sante Costantini alle Carceri Nuove gli espresse di avere avuto parte all’assassinio Rossi. Sussiste che esaminato il Casa impugnò la cosa e che quindi si diede premura di scrivere un biglietto d’avviso a taluni prevenuti esistenti nelle Carceri nuove.

Con questa noterella fugace, buttata là con là massima disinvoltura, scritta appositamente senza ordine logico e anche senza ordine sintattico, appositamente confusa ed anfibologica, il Processante Relatore si era proposto, evidentemente, innegabilmente due Cose: non far capir nulla ai Giudici del Supremo Tribunale e scivolare, sorvolare su tutte le risultanze processuali da cui emergevano luminosamente provati i raggiri e gli intrighi orditi dal Bernasconi per cercare di puntellare le accuse calunniose che egli aveva apportate in processo, da cui emergevano luminosamente provate le subornazioni di testimonii tentate da lui; cose sulle quali poichè scaturivano dalle risultanze processuali, sarebbe stato strettissimo dovere del Relatore soffermarsi, rilevandone e, magari, discutendone o negandone la importanza.

Ora notino i lettori la bizantina ambiguità contenuta nella frase nebulosa: sussiste che, esaminato il Casa impugnò la cosa ...

Ma che cosa impugnò?...

Così come fraudolentemente ha scritto la frase il Relatore sembrerebbe che il Casa impugnasse e cioè negasse di essere stato subornato dall’impunitario a deporre contro Sante Costantini, con cui il Casa era stato da solo in segreta, attestando che il Costantini a lui Casa si fosse rivelato partecipe dell’omicidio Rossi.

Invece sussiste che il Casa confermò pienamente che l’infame impunitario, lo invitò ad accusare il Costantini, che così avrebbe liberato lui Bernasconi da quindici anni di galera e la sua madre da dieci anni pure di pena a San Michele e gli disse che esso, Bernasconi, gli avrebbe poi regalato pure una somma, dicendogli che egli teneva riposti cinquecento scudi alla montagna di Somma, o in una montagna del regno di