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Della Conversione dell’Anaunia alla fede di Gesù Cristo


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E nelle espressioni di S. Vigilio nelle sue lettere a S. Giovanni Grisostomo, e a Simpliciano non ci sono esagerazioni, noi dobbiamo supporre nella gente dell’Anaunia de’ primi secoli dell’era cristiana una cosa, che ha proprio del portentoso. La fede, e il nome di Gesù Cristo si dilatò per tutto il mondo nel primo secolo della sua predicazione. Nel secondo secolo scrittori contemporanei, e di gran nome ne attestano maggiormente i progressi.

Tertulliano nell’Apologetico scrive agl’istessi Imperatori: Vestra omnia implevimus, urbes, castella, castra ipsa, e nel libro contro i Giudei n. 7: Inaccessa Romanis loca Germanorum subdita Christo. E paesi sudditi a’ Romani, e non sudditi, si assogettavano a Cristo. S. Giustino Martire Colloq. cum Triph. presso il Valsero fol. 300. Non c’è neppur una nazione, nè greca, nè barbara, o appellata con qualsisia vocabolo, neppur tra quelle, che in vece di case usano le carrette, e le tende, facendo vita pastoreccia, così aliena dal nome di Gesù crocifisso, che in essa non si dirigano preci, e rendimenti di grazie al Padre, e Creatore di tutte le cose1. Molto più nel terzo secolo, sopra di che può vedersi Eusebio nel capo primo del Libro VIII. della sua storia. Nel quarto secolo poi colla pubblica professione della fede Cristiana sul principio del medesimo fatta dall’Imperator Costantino la fede venne ad acquistar nel mondo un possesso pacifico: e per tutto c’erano pastori, e ministri della Chiesa di Gesù Cristo, e il paganesimo coperto d’infamia andava in ruina, e gl’Imperatori fulminavano leggi contro il medesimo. C’erano veramente ancora in piedi degl’idoli in più luoghi, e in qualcuno anche del Trentino; ma in modo però, che ne’ luoghi medesimi c’era insieme cognizione, e religione di Gesù Cristo: questa sempre cresceva, e l’idolatria sempre discreditavasi, e perdeva. Ma sarebbe ben difficile trovar un popolo di simile vastità nel quarto secolo, principalmente dopo la metà, quando regnava Teodosio il grande, Principe pio, e zelantissimo, cui il nome di Gesù Cristo fosse peregrino, il vero Dio ignoto, e non ci fosse alcun segno della fede.

Pure tutto questo asserisce S. Vigilio della gente dell’Anaunia, quando circa il 390 vi mandò i Chierici, di cui ora diremo. Cum adhuc esset in suprascripta regione nomen domini peregrinum, neque ullum signum esset, quod fidei signaculum demonstraret: fuerunt hi tunc numero, nunc merito singulares advenae, tam religione, quam gente, a quibus non immerito Deus predicaretur ignotus. Di Sisinnio: Sonum fidei primus intulerat; così nella lettera a S. Gio-

  1. Ne una quidem natio, vel greca, vel barbara, vel quocumque tandem censenda vocabulo, nec ex his quidem, quæ pro domibus plaustris utuntur, ac tentoriis, agentes vitam pastoriciam, tam aliena est a Jesu Crucifixi nomine, ut, nec preces, nec gratiarum actiones in ea dirigantur ad onmium Patrem, Creatoremque.