Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/12

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apprezzavano che si crea dalla singolare eccellenza dell'intelletto. Ma non inorgoglito da tanta grandezza, non corrotto da tante lodi, quest’uomo tenne sovra ogni altra cosa carissima la sua religione; e sì colle opere che cogli scritti pubblicamente diceva, la vera gloria consistere nell'operare il bene, la vera sapienza essere Gesù Cristo. Che se, come avviene di ciò che torna conto a discredere, a taluni sembrasse non vera questa sentenza, e noi li preghiamo a ricorrere all’ argomento dei fatti, che come ognuno sa, sono delle questioni gl'inappellabili definitori. Avvegnachè la vita del Petrarca non andasse esente di colpa; e qual’è l'uomo che possa chiamarsene affatto puro? ella però si ordinò, pressochè tutta, dietro le norme dell’onesto conversare e secondo le leggi della perfezione cristiana. Espiò con lagrime di pentimento le sue debolezze; se ne confessò reo, ne chiese a tutti perdono; ma, ed insieme si chiarì gagliardissimo sostenitore delle verità della fede, cui egli non arrossiva di professare apertamente in tanta corruzione ed incredulità di tempi, e ribattè le altrui non ortodosse opinioni, e visse nella intrinsechezza di ecclesiastici uomini per dottrina e bontà specchiatissimi; la preghiera gli suonava, oltre che continua nel cuore, altresì sulle labbra, nella frequenza de’ templi, c al cospetto delle moltitudini; memore