Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/287

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Il principe non aveva indovinato, poichè supponeva che Bambina avesse sorpreso un secreto in casa di lady Keith, cui si sapeva bazzicata da cospiratori, e che la giovinetta se ne servisse per rendere servigio ad un innamorato. Egli accompagnò Bambina fino all’anticamera e tutto il giorno pensò a lei.

Il re, incuriosito dell’istoria che il principe gli raccontò in modo abile, consentì a vedere Bambina, dopo aver fatto, ben inteso, una certa preghiera, per dimandare l’ispirazione divina. Egli confessò più tardi al principe che la memoria di Carlotta Corday aveva traversato il suo spirito, non ben nudrito di storia pertanto. Fu dunque convenuto che il dì seguente il re si sarebbe recato a Capodimonte e che quivi, incontrando come per caso il principe di Schwartzemberg, questi gli avrebbe presentato la giovinetta. Il principe si astenne bene dal parlare a S. M. della stupenda bellezza della spiona; egli aveva paura di allarmare la pietà di questo sovrano che credeva la bellezza soppannata sempre di uno strato di ovatta diabolica. Il principe fece brillare innanzi agli occhi del re la circostanza della dimora della giovinetta, fin là restata sempre impenetrabile agli agenti della polizia napoletana ed a quelli della diplomazia austriaca.

Il re, dal lato suo, era felice di apprendere qualche cosa, non avesse pure la gravezza che le attribuiva Bambina, un poco per paura della sua personale sicurezza, ma principalmente per umiliare il suo ministro della polizia, il quale si vantava di