Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/399

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sognò decidersi a partire. Ne fissò dunque il giorno e dimandò un’udienza al papa.

Pio IX non potè dispensarsi dal riceverlo, senza gettare della sconsiderazione sopra sè stesso, sconsiderando il vescovo appena consacrato in nome suo. Ma, d’altra banda, volendo evitare lo scandalo, lo ricevè la sera, in privato, a tu per tu. Pio IX, a volta sua, era curioso d’intrattenersi con un vescovo mazziniano, come egli diceva, nominato da un re che gli portava il broncio.

L’aspettativa del papa fu ingannata.

Don Diego si mostrò rispettoso per quel papa-travicello, diceva egli, e severamente discreto. Imperocchè, a certe altezze, l’aria è talmente rarificata che la percezione dei suoni si perde. Ai rimproveri di Pio IX, egli oppose il silenzio. Pio IX non avrebbe compreso la sua giustificazione. Perchè, partigiano della consustanzialità come un papa deve essere, egli non avrebbe ammesso giammai che Don Diego fosse uomo e vescovo nel tempo stesso, ch’egli potesse lasciare libero giuoco ai congegni individuali e compiere le funzioni episcopali con la dignità e la severità cui il rispetto di sè stesso gl’imponeva. Questa dualità nel prete, riconosciuta dai protestanti, respinta dai cattolici, è inerente alla natura umana, e salverà forse il cattolicismo, il giorno in cui essa non sarà più contestata. Don Diego si restrinse a dire partendo:

— Santo Padre, io farò il mio dovere, secondo Gesù Cristo.

La partenza doveva aver luogo il dì seguente. A