Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/449

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Dio mio! sì, la preghiera. Il dolore è un rimpicciolimento dello spirito: il matematico diviene superstizioso, il chimico spiritualista, il poeta si fa cappuccino o cade nell’idiotismo!

Le nove della sera suonavano alla chiesa dei Mannesi.

Concettella si disponeva ad andare a letto. Don Diego passeggiava nel salotto a passi lenti, evocando nel suo spirito le mille ricordanze degli anni passati a Lauria con sua sorella, — quegli anni di pace, di studio, di miseria e di rassegnazione, quando il campanello gemette sotto due colpi netti e decisi.

— Cosa è ciò! si domandarono al tempo stesso Don Diego e Concettella. A quest’ora. A quest’ora!

Concettella entrò nel salotto e dimandò al suo padrone:

— Bisogna aprire?

Don Diego riflettè un istante, poi rispose:

— Dimanda da prima attraverso la porta.

Concettella obbedì.

— Siamo due gendarmi e portiamo un dispaccio premuroso del ministro della polizia, — risposero di fuori.

Don Diego che aveva seguito la sua ganza, udendo la risposta, le fece segno di aprire e si ritirò nel salone.

Due gendarmi, infatti, presentarono a Concettellla un grosso plico cui ella portò a Don Diego. Mentre Concettella si allontanava, uno dei gendarmi chiuse la porta e se ne cacciò in tasca la chiave. Poi entrambi entrarono nel salone.