Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/64

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quartiere vi davano la caccia ai loro insetti e vi medicavano le loro piaghe come a casa propria.

Del resto, don Gregorio, l’inquilino del sesto, esciva alle sei del mattino e rientrava a mezzanotte, lasciando almanaccar forte i suoi vicini sulla sua persona e sulle sue occupazioni. Al quinto, dimorava un prete di provincia che sorvegliava l’educazione dei suoi due nipoti e li nudriva del prodotto delle due o tre messe al dì ch’egli andava a rappresentare nei rioni i più opposti della città. Una monaca di casa stanziava al quarto, e questa religiosa a domicilio, giovane e bella, ma molto pia, riceveva il suo confessore, — un frate di Santa Maria la Nuova, da un’ora a sei del pomeriggio, e suo cugino, avendo paura dei ladri la notte, dalle nove della sera alle sei del mattino. Un impiegato alla lotteria abitava il terzo piano in compagnia di sua moglie, sei bambocci, qualche coniglio, molti polli e un cacatoes bianco che ripeteva tutta la giornata la famosa interiezione tanto usata dai romani, alla quale Benedetto XIV voleva annettere l’indulgenza plenaria, e cui io non oso scrivere. Il secondo piano era vuoto.

Eccetto Don Gregorio, tutti gl’inquilini fecero visita al nuovo venuto, quattro o cinque giorni dopo il loro arrivo, secondo l’uso napolitano di quei tempi. Otto giorni dopo, Don Diego restituì la visita, e si cessò di vedersi, limitandosi tutti a scambiare un saluto quando s’incontravano per le scale.

L’alloggio di Don Diego componevasi di due camere da letto, un salone, un gabinetto scuro ed