Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/78

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V.

L’entrata nella vita civile.


Don Domenico Taffa, capo di dipartimento al ministero degli affari ecclesiastici, come dicevamo testè, toccava un mensile di cinquanta ducati — 180 lire gravate di ritenute. Egli dimorava al terzo piano di una bella casa alla salita di Magnocavallo, il quartiere elegante della ricca borghesia, e pagava 2500 lire l’anno. L’appartamento, vasto, ben aerato, lindo e gaio, mobigliato con ricercatezza: del palissandro, — allora prezioso ancora, — cortine di seta, tappeti, porcellane, quadri, una bella biblioteca, dei bei cristalli, degli specchi dovunque. Un lacchè in livrea si teneva stecchito nell’anticamera. Una donna confezionava, starei quasi per dire, ricamava la cucina. Una graziosissima cameriera riempiva gli uffici di governante.

All’istante in cui Don Diego si presentò, la tavola non era ancora disservita, ed ei potè intravvedere la bella argenteria, la bella biancheria di Sassonia ed i residui di un ricco dessert.