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Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/135

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dove ora è Urbania, e con lui si unì il Cellario. L’Olstenio facendo le note al Cluverio cangiò opinione, e lo collocò nella Massa Trabaria presso Castel delle Ripe situato sotto le rive del fiume Candiliano. Non mancò chi a lui si sottoscrisse. Non solamente il P. Beretta, ma l’Arduino, e Cimarelli opinarono come egli pensò. Pretese di dire la sua ancora l’Ortellio, ma sì arrenò di maniera, che non solamente non distinse un’Urbino dall’altro, ma confuse con essi ancor Suasa. L’Olivieri nell’elogio fatto a D. Luc’antonio Gentili da Torricella stampato nel Tomo XLIV della raccolta del P. Calogerà afferma aver errato su questo punto li nominati dottissimi uomini per esser noto, che da Guglielmo Durante detto lo speculatore deve riconoscere il suo essere Urbania chiamata prima di Urbano VIII Castel Durante, e che non da Urbino Metaurense, ma dal distrutto Castello delle Ripe provenne. Riconobbe per solenne impostura una lapide di T. Accio, sulla di cui fede il Macci fondava l’antichità del Castello Ripense, e per tale la riconobbero il Rastelli, ed Antonio Goze.

Nell’anno però 1734 il sig. Mattias di Cagli nel fare certi lavori in un suo podere posto sul fiume Candiliano presso dove al Burano si congiunge, scuopri gli avanzi di un’antica Città, medaglie, pezzi di statue, marmi stranieri, e quelche è più, iscrizioni poste dai Decurioni, e dalla plebe, ovvero da private persone con donativo nella dedicazione ai decurioni, ed alla plebe, le quali facevano fede, che ne’ tempi antichi ivi fu una Città contraddistinta da tutte quelle marche di onorificenza, che alle colonie, ed ai municipii si accordavano. Il Gentili avendo considerato il sito, e l’ampiezza opinò, che ivi fu l’Urbino Metaurense, che indarno era stato da tanti ricercato. Nell’Anno 1759 l’Olivieri aderì a tale opinione, come può vedersi nel Tomo XLIX della vecchia raccolta del P. Calogerà, e così concordemente fu detto, che l’Urbino, che esiste ora, è l’Ortense, ed il distrutto fu il Metaurense. Si risentirono gli Urbinati, e Monsig. Lazzari riporta tutto il fatto, e tutta la storia concernente que-