Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/86

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così penso, che Alba da essi riconosca l’origine. Erano soliti questi imporre i nomi a’ luoghi secondo la qualità, o la figura, che formava il terreno. Piegandosi la spiaggia, in cui sorge Ancona, a guisa di gomito, la chiamarono Ancon, che significa gomito secondo Pomponio Mela, e S. Agostino. Cacciati dal Piceno, ed essendosi fissati secondo l’Alicarnassense, nelle vicinanze di Roma chiamaron Albula il fiume Tevere, perchè le sue acque sono sempre di un color biancastro, ossia di sabbia. Secondo T. Livio, ed Ovidio1 fu chiamato poscia Tevere, perchè ivi si sommerse Tiberino Re di Alba longa, mentre lo passava

Abula, quem Tiberim mersus Tiberinus in undis
Reddidit, hibernis forte tumebat aquis.


e Plinio2 Tyberis ante Tybris appellatus, et prius Albula.

Tralasciando le Città chiamate Alba, che sono fuori dell’Italia, quattro ne rimanevano nella nostra penisola, e tutte avevano il soprannome, affinchè uno le distinguesse. La prima rimaneva nel Lazio, e chiamavasi Alba longa ora Albano3.

Albaque ab Ascanio condita longa duce.


La seconda rimaneva nè Marsi presso il lago di Fucine, e denominavasi Alba Marsorum, ora Alba, che si ridusse a Castello: la terza nella Liguria di là dal Po, vicina al Tanaro, e si diceva Alba Pompeja: la quarta Alba Picena, che distrutta essendo rimane nella Marca di Ancona. Questa deve aggiungersi ne Lessici, nelle geografie, e carte, che trattano dell’Italia antica. Nel medio evo la Città di Alba erasi ridotta ad un Castello chiamato Cavalalbo, di cui era padrona la famiglia Federici, la quale fece la dedizione di esso ad Arcevia l’anno 1226, come può vedersi nel libro intitolato le scienze ec. ravvivate in Arcevia 4 D. Fridericus Friderici dat suos homines, et castra Cavalalbi, et Col della Noce D. Tholesendo Ugolini consule.


  1. Lib. 2 Fast.
  2. Lib. 3. c. 5.
  3. Tibul. l. 2. Eleg. 5.
  4. Pag. 170.