Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/30

Da Wikisource.
24

idee speculative, questo eco, con cui la natura risponde all’omaggio reso dalla nostra mente alla Sapienza infinita, può certamente fornire una prova dell’esistenza di Dio. Ma il sig. di Maupertuis, che da questa vista metafisica passò a formare il suo principio della minima azione, si lasciò colpir troppo dalla medesima, poichè nel suo saggio di cosmologia per dare maggior risalto alla prova dell’esistenza di Dio, da questo principio dedotta, la proclamò più valente di quella, che dall’ordine, dalla bellezza, dall’armonìa dell’Universo rifulge in ogni mente anche non matematica: anzi si avanzò sino al segno di sollevare alcuni dubbi per offuscare quest’ultima. Ora un tal procedere è dannoso, giacchè ne conseguita, che un idiota non avrebbe un argomento sicuro dell’esistenza di Dio: ed è poi poco assennato, perchè quel pincipioFonte/commento: Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/117 delle cause finali ha, secondo Lagrange, qualche cosa di vago, e d’indeterminato; le conclusioni potrebbero qualche volta essere erronee in quella guisa che dietro una simile vista erroneamente il Cartesio determinò le leggi della percossa. Le prove dell’esistenza di Dio riverberano da tutte le parti del creato, come la luce del sole: chi non è cieco nel corpo non può non vedere il sole, e chi non è cieco nello spirito