Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/87

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un pelago interminabile. Dovendo liberar la fede della già fatta promessa, io stetti lungo tempo in forse non sapendo come evitare tanti pericoli di smarrirmi, e insieme dire almeno quel tanto, che valga a confortar di qualche prova l’assunto. Ma in buon punto mi sovvenne di considerare successivamente le diverse parti della creazione, tenendo quelle stesse tracce che già serbar volle l’Onnipotente nell’eseguirla. A questo fine lascio da parte i folleggiamenti, e le macchinazioni di que’ falsi saggi, che s’attentarono di sostituire al Divino Consiglio le viste della orgogliosa e debole loro sapienza: prendo il primo capitolo del Genesi per meditarvi le parole dell’inspirato scrittore, e m’attengo strettamente a quella narrazione, che ad una mirabile semplicità unisce tratti sublimi e inimitabili. Di mano in mano che l’opera dell’Universo si presenta alle mie considerazioni, sentendo io un desiderio di scorgere alquanto più in là del dove giunge la possa dell’uomo semplice e rozzo, cerco rischiararmi di una facella accesa al lume delle scienze matematiche: ma nello stesso tempo tengo ben ferma persuasione, che quanto tuttavia si sottrae alla mia veduta è un abisso senza fondo, dove o più presto o più tardi si perde ogni umano intelletto. La storia di Mosè intorno alla creazione