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l’uomo, la bestia e la virtú | 763 |
E smetti codeste arie, sai? Se no, te le faccio smettere io!
Paolino. Sfido: scusi; se si dà... se si dà troppa confidenza a una serva...
Perella. Non si dovrebbero tenere troppo in casa, le serve, ecco!
Paolino. Ma mi faccia il piacere! No! quando si sanno tenere al loro posto... che non abbiano a prendere arie da padrone...
Perella (stupito dall’aria indignata che assume il signor Paolino). Ohè, che dice, professore?
Paolino (frenandosi a stento). Dico che... che... sono... sono meravigliato, ecco... sono veramente... non so come dire... — stupito...
Perella. Dell’arroganza di questa donna?
Paolino. Già! E che lei...
Perella. Che io?
Paolino. Che lei... sí, la possa sopportare! Mi... mi pare incredibile, che vuole che le dica! Inverosimile, ecco: inverosimile, arrivare... Dio mio... arrivare fino a questo punto! — Possibile?
Perella (lo guarda, torbido, poi, abbassando gli occhi). Già... è... è enorme!
Paolino. È enorme!
Pausa.
Perella (quasi umile). Ma non glie l’ho detto il perché? È da troppo tempo per casa!
Arrabbiandosi:
Paolino (scattando e subito frenandosi). Ah, sí? anche? ne ha colpa sua moglie?
Perella. Sissignore, sissignore! Che me la tiene ancora tra i piedi! perché ha visto nascere Nonò! perché sa gli usi di casa! per il diavolo che se li porti via tutti quanti!
Paolino (friggendo). Ma scusi, e lei per questo...?
Perella. Che, per questo? Oh, insomma, sa che lei, professore, mi assume certe arie che io non tollero?
Paolino. No, è che... scusi, mi... mi pare troppo, ecco, che per questo lei debba pigliarsela con la sua signora.