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Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/939

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vestire gli ignudi 925

Si ferma a un tratto e sta in orecchi; poi, con altra voce:

Oh senti! mi pare che gridi il mercantino: sí, vai, vai per quella cordellina due metri e mezzo, come t’ho detto. Lo chiamo di qua.

Emma, via di corsa per la comune.

La signora Onoria corre a una delle finestre; la apre; si sporge a guardar giú nella via e fa un cenno al mercantino di fermarsi; poi resta affacciata. Nel mentre, dalla comune, entra Franco Laspiga, fosco, stravolto.

Franco (tra i rumori che salgono dalla via, domanda dalla soglia della comune, due volte): Permesso? Permesso?

Onoria (voltandosi e richiudendo la finestra). Oh, lei, signor Laspiga? S’accomodi, s’accomodi. Il Signor Nota starà poco a tornare con la signorina.

Piano, insinuante:

Insista, insista, che la spunterà!

Franco (la guarda, prima, come uno che non abbia inteso; poi, con rabbia contenuta, ironico). Sí, sí! Vedrà! Ora vedrà come insisterò!

Onoria (confidenzialmente). L’ha messo a posto a dovere, sa? deve averlo messo a posto a dovere, quel signor console; glielo dico io.

Franco (tra i denti). Miserabile... farabutto...

Onoria. Ha ragione, ha ragione! Povera signorina!

Franco (di scatto, irrefrenabilmente). Ma che signorina! Non dica signorina! Sa cos’è quella? una sgualdrina è, una sgualdrina!

Onoria (quasi traballando). Oh Dio, no! Che mi dice?

Entra a questo punto dalla comune col cappello in capo Ludovico Nota.

Ludovico (vedendo Franco). Ah, lei già qui?

A Onoria, alludendo a Ersilia:

Non è ancora ritornata?

Onoria (si volta a guardarlo sbalordita; poi, senza rispondergli, si rivolge a Franco). Ma possibile?

Ludovico (che non capisce). Che cos’è?

Franco (risoluto, fiero, vibrante). È che la moglie del console