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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume IX - Donna Mimma, Firenze, Bemporad, 1925.pdf/135

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XI. — Un cavallo nella luna. 125

e la carrozza s’avviò di buon trotto per raggiungere le altre dei convitati.

I due sposi rimasero per un pezzo a seguirla con gli occhi. La seguì la sola Ida veramente, perchè Nino non vide nulla, non sentì nulla, con gli occhi fissi alla sposa rimasta lì, sola con lui finalmente, tutta, tutta sua.... Ma che? Piangeva?

— Il babbo.... — disse Ida, agitando con la mano il fazzoletto in saluto. — Là, vedi? Anche lui....

— Ma tu no, Ida.... Ida mia.... — balbettò, singhiozzò quasi, Nino, facendo per abbracciarla, tutto tremante.

Ida lo scostò.

— No, lasciami, ti prego!

— Voglio asciugarti gli occhi io....

— Grazie, no, caro: me li asciugo da me. —

Nino rimase lì, goffo, a guardarla, con un viso pietoso, la bocca semiaperta. Ida finì d’asciugarsi gli occhi; poi:

— Ma che hai? — gli domandò. — Tu tremi tutto.... Dio, no, Nino: non mi star davanti così! Mi fai ridere. E non la finisco più, bada, se mi metto a ridere! Aspetta, ti sveglio. —

Gli posò lievemente le mani sulle tempie e gli soffiò su gli occhi. Al tocco di quelle dita, all’alito di quelle labbra, egli si sentì mancar le gambe; fu per cadere in ginocchio; ma ella lo sostenne, scoppiando in una risata fragorosa:

— Su lo stradone? Sei matto? Andiamo, andiamo! Là, guarda: a quella collinetta là! Si vedranno ancora le carrozze. Andiamo a vedere! —

E lo trascinò via per un braccio, impetuosamente.

Da tutta la campagna intorno, ove tante erbe e tante cose sparse da tempo erano seccate, vaporava