Vai al contenuto

Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume IX - Donna Mimma, Firenze, Bemporad, 1925.pdf/143

Da Wikisource.



Disperazione dei nipoti, che pur gli dovevano volere un gran bene se, dopo che s’era spogliato per loro di tutto il suo, ancora avevano tanta sopportazione di lui, il signor Federico Biobin (zio Fifo, come lo chiamavano) si alzava col lume, e subito, zitto zitto, piccolino com’era di statura, col testoncino a pera che gli lustrava, calvo fino alla nuca, una ventina di duri peluzzi ritinti, dieci per parte drizzati sul musetto da topo, si metteva a frugolare per casa, sorsando, soffiando, dando smusatine, come per tenere in continuo esercizio d’esplorazione il naso puntuto, le labbra armate di quei venti spunzoncini; finchè all’improvviso tutta la casa non sobbalzava dal sonno o per un rovinìo di scodelle dalla piattaja in cucina o di casse che crollavano a catafascio nel ripostiglio. Accorrevano tutti, chi in camicia, chi in pijama, chi in sottana.

— Zio, che hai fatto? che è stato? —

Dava le risposte più inaspettate:

— Niente: sento puzza di mobili vecchi. —

Ma come se tutto quel fracasso non l’avesse fatto lui e non l’avesse nemmeno sentito, e placido e un po’ seccato parlasse ancora dal silenzio che c’era prima nella casa.

Non lasciava giorno, senza che ne facesse una. E il bello si era che i fastidi che dava, i dispetti che fa-