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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XIII - Candelora, Verona, Mondadori, 1951.pdf/107

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SERVITÚ 107

roba proprio da morir dal ridere! Donna Mariú, questa. Sempre malata. “Oh Dio qua, oh Dio là...” “La mia povera testa! il mio povero cuore!” — “Vi prego, Moringhi, siate buono! Moringhi, non mi fate male: non posso piú ridere, Moringhi! La mia povera testa! il mio povero cuore!” — Ma mica un cuore cosí.... Un cuore col q e staccato: qu-ore. Moringhi diceva cosí. Roba da morir dal ridere, un cuore col q!

Nenè non capiva nulla.

Poteva esser vero per lei che quella bambola lí fumasse e quell’altra andasse a cavallo. Davvero allo zigomo, quello sgraffietto... Ma se avevano finanche le mutandine coi merletti e i fiocchettini di seta e anche le calze di seta con le giarrettiere di velluto e le fibbie dorate e le scarpine di coppale, potevano anche veramente andare a cavallo, fumare, parlare quel linguaggio incomprensibile. Qualunque prodigio poteva esser vero in quella cameretta lí, anche i cavallini veri, cavallini vivi, piccoli, piccoli, potevano sbucar fuori da un momento all’altro, e mettersi a caracollare su per le campagne lontane lontane di quel tappeto azzurro vellutato, con quelle damine in groppa dai veli svolazzanti.

Affascinata da quella visione, Nenè stentava a credere, o veramente non riusciva ancora a capire che, stanca alla fine del giuoco, la Dolly stésse ora per regalarle una di quelle bambole e non sapesse ancor quale.

— No, questa no, diceva la Dolly. Questa ha il braccino malato e deve stare a letto con me. Ecco... ti do... ti do quest’altra, invece, Mistress Betsy... Ma no, neanche... Ti scappa via, Mistress Betsy: tanto cattiva è! Scostumata... E poi, parla sempre in inglese, e non la capiresti. Ti do quest’altra allora. Si chiama Mimí. Ma tu devi chiamarla sempre signora Marchesina. Marchesina è, sai? La marchesina Mimí. Esigente... ah, esigente! Bisogna che trovi il bagno pronto ogni mattina, e poi la colazione di cioccolato e biscottini, e poi... e poi... non mangia niente, sai? non mangia altro che palline d’argento... quelle che si comprano dove le compra mammà, dal farmacista Baker di fronte al Grand Hôtel. Ti do Mimí,