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108 | LUIGI PIRANDELLO |
sí. Ecco, prendila. Per davvero te la do, sí... per sempre... prendila, ti dico... Aspetta, che le do un bacio... Ecco, te la puoi portar via.
Nenè guardava sbalordita e piú che mai sospesa e angosciata. S’era levata in piedi alle insistenze di Dolly; ma restava lí, senza poter alzare la mano, quasi sul punto di piangere.
Entrò nella cameretta la signora, seguita dalla nurse, ch’era rimasta dopo il baliatico a servire in quella casa di signori. Anche la mamma, vestita cosí bene, da nurse, con la cuffietta in capo e il grembiule bianco ricamato, accanto alla signora, apparve in quel punto a Nenè come trasfigurata nel lume di quella casa, come infusa nell’azzurro d’una meravigliosa lontananza.
Che diceva? Diceva di no a Dolly, che non doveva darle la bambola. Non doveva dargliela prima di tutto perché troppo bella, troppo ben vestita, anche calzata e coi guanti e col cappello, ma figurarsi! una bambola cosí fina a Nenè! E poi, che se ne farebbe Nenè? È mammina di casa, Nenè: deve attendere a servire il babbo, e non ha tempo di giocare, ché guaj se il babbo non trova tutto pronto, la sera.
Il babbo? dove? Le sembrava tanto lontano ormai, a Nenè, quel suo babbo cattivo, che rincasava sempre ubriaco e scontento, e per nulla la batteva e l’afferrava pei capelli o le scaraventava addosso ciò che gli capitava prima sotto mano, gridandole:
— E non potevi morir tu, invece?
Lei, già, invece del fratellino che la madre aveva lasciato poppante per andare a bàlia. Una vicina s’era incaricata d’allevarlo per poche lire al mese; e lei, Nenè, avrebbe dovuto fargli da mammina. Ma il fatto è che il fratellino un giorno era morto in braccio a lei: morto; e lei che non lo sapeva, aveva per un pezzo seguitato a portarselo in braccio: freddo freddo, bianco bianco, e zitto e duro... Da allora il babbo era diventato cattivo, cosí cattivo che la mamma non aveva voluto piú star con lui ed era rimasta a servir in quella casa, o piuttosto, a farvi la signora, come diceva il babbo e come ora veramente