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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XIII - Candelora, Verona, Mondadori, 1951.pdf/118

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meno a scoprirne la tastiera, perché il marito, prima di morire, le aveva espressamente raccomandato che non lo lasciasse piú toccare a nessuno. Quanto a toccarlo lei, neppur ci pensava, perché lei, la musica... — sí, c’era vissuta sempre in mezzo — ma neanche le note, il do dal re aveva imparato mai a distinguere.

Non le viveva, ecco, non poteva piú viverle attorno, quella casa. Per riprendere a vivere bisognava assolutamente che un po’ dell’antica vita, quella degli altri, quella della figliuola e del marito, tornasse a muoversi in essa.

Altra vita, lí, una sua vita, non era possibile; perché in realtà lei, la signora Moma (ditelo piano, per carità, se non volete esser troppo crudeli, voi che adesso la chiamate “una terribile seccatrice”), la signora Moma, lí, nella sua casa, non aveva mai avuto una vita sua e quasi non c’era mai stata.

Questo ella, naturalmente, non poteva intenderlo: lo avvertiva solo come una smania che le si esacerbava sempre piú e la cacciava fuori senza requie, incaponita a richiamare, a ricondurre attorno a sé quella vita, nell’angoscia smaniosa di sentirsela mancare e sfuggire, senza saper perché.


Il giorno appresso — s’intende — accolse a modo d’un cane quel povero signor Giorgio Fantini, suo compaesanello innamorato di vent’otto anni fa, che pure con la sua profferta di nozze intendeva di richiamare e di ricondurre lei piuttosto a quell’unica vita ch’ella veramente avrebbe potuto vivere, là nel ferrigno borgo montano tra i boschi di faggi, di querci e di castagni; modesta vita tranquilla, dai giorni semplici, uguali, dove non avveniva mai nulla ch’ella non potesse capire, dove in ogni cosa nota avrebbe potuto sentire e toccare la realtà sicura della propria esistenza.

E non era poi tanto vecchio quel signor Giorgio Fantini; ed era anche un bell’uomo, molto piú bello certamente di quel piccoletto e capelluto maestro-bufera Aldo Sorave; ed era anche ricco, padrone di molte terre e di molte case, e non privo d’una certa coltura antica e sana, se