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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XIII - Candelora, Verona, Mondadori, 1951.pdf/45

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la rosa 45

giornalista genovese aveva sollevato, circa un anno addietro, in tutta la stampa quotidiana d’Italia.

Fu molto soddisfatto quel signore d’avere cosí bene indovinato l’animo e l’indole di lei, allorché, spintala con brevi e accorte domande a parlare de’ suoi casi, n’ebbe la conferma dalla sua stessa bocca.

Una gran tenerezza s’impadroní allora di lui per le arie di libertà che si dava quella calandrella or ora uscita dal nido, inesperta ancora del volo; per le fiere proteste che faceva del suo avvedimento e del suo gran coraggio. Ah, che! che! non sarebbe mai perita lei. Figurarsi, dall’oggi al domani, sbalzata da uno stato all’altro, tra l’orrore e il trambusto della tragedia, non s’era perduta un momento; era corsa qua, era corsa là; aveva fatto questo e quest’altro, non tanto per sé, no, quanto per quei due poveri piccini... ma via, sí, un po’ anche per sé, che in fin dei conti aveva appena vent’anni. Venti, già, e non li mostrava nemmeno. Un altro ostacolo, questo, e il piú dispettoso di tutti. Perché ognuno, vedendola accanita e disperata, si metteva a ridere, quasi ella non avesse il diritto d’accanirsi tanto, di disperarsi tanto. Ah che rabbia! Ma piú s’arrabbiava, e piú gli altri ridevano. E, ridendo, chi le prometteva una cosa e chi un’altra; ma tutti avrebbero voluto accompagnare la promessa con una carezzina che non osavano farle, ma che ella leggeva loro chiaramente negli occhi. S’era stancata, alla fine; e, pur d’uscirsene, eccola là: telegrafista a Péola!

— Povera signora! — sospirò, sorridendo anche lui, il compagno di viaggio.

— Povera perché?

— Eh... perché... vedrà, non si divertirà molto, a Péola!

E le diede qualche ragguaglio del paesello.

Per tutte le viuzze e le piazzette la noja, a Péola, era visibile e tangibile, sempre.

— Visibile? Come?

In una infinita moltitudine di cani, che dormivano da mane a sera, sdrajati su l’acciottolato delle vie.

Non si svegliavano neanche per grattarsi, quei cani; o meglio, si grattavano, seguitando a dormire.