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Pagina:Pirandello - Novelle per un anno, Volume XIII - Candelora, Verona, Mondadori, 1951.pdf/48

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48 luigi pirandello

intelligenti) che tutti, passando di là, specialmente i giovinotti, ma anche gli uomini maturi, pareva entrassero in un’altra aria, piú vivida, per cui il passo, i moti della persona, diventavano subito piú svelti, piú agili; e le teste si rigiravano come se, per un tuffo di sangue improvviso, non trovassero piú da rassettarsi entro il giro del colletto inamidato, e le mani si davano un gran da fare per tirar giú il panciotto e accomodar la cravatta.

Attraversata la piazzetta, erano poi tutti com’ebbri, ilari e nervosi; e, vedendo un cane:

— Passa via!

— Fuori dai piedi!

— Via di qua, brutta bestiaccia!

E anche sassate — non bastavano i calci — anche sassate tiravano, ohè!

Per fortuna, in ajuto di quei poveri cani, qualche finestra si spalancava di furia, e una testa di donna, con occhi feroci, tra due pugna tese rabbiosamente s’avventava a gridare:

— Ma che v’ha preso, manigoldi, contro codeste povere bestie?

Oppure:

— Anche lei? Anche lei, signor notajo? Come non si vergogna, scusi? Ma guarda che calcio a tradimento, povera bestiolina! Qua, cara, vieni qua... La zampina, guardate... le ha storpiata la zampina e se ne va col sigaro in bocca, come se non sapesse niente, vergogna, un uomo serio! —

In breve, una vivissima simpatia venne a stabilirsi tra le brutte donne di Péola e quei poveri cani presi cosí tutt’a un tratto a perseguitare da’ loro uomini, mariti, padri, fratelli, cugini, fidanzati e in fine, per contagio, anche da tutti i ragazzacci.

Quell’aria, nuova, che i loro uomini respiravano da alcuni giorni e per cui avevano gli occhi cosí lustri e l’aspetto stralunato, esse sí, le donne, un poco piú intelligenti dei cani (almeno alcune) l’avevano avvertita subito. S’era come diffusa sui roggi tetti ammuffiti e in ogni angolo del vecchio sonnolento paesello e lo ilarava tutto (agli occhi degli uomini, s’intende).