Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/177

Da Wikisource.

— 161 —


I libri e le azioni, ripetiamolo, che risultano dalla lettura di essi, altro non sono che la manifestazione della vita sociale, ne sono i pensieri e le opere. La tirannide che cerca interdire codesta manifestazione onde sostituirsi in sua vece, è naturale che la tema. Ma riconoscere il diritto e la sovranità della volontà nazionale, e declamare contro i cattivi libri è un grossolano errore; un popolo libero che volesse limitare la stampa, sarebbe come un individuo che per limitare i propri pensieri, le proprie azioni, mutilasse il suo essere.

L’imperatore delle Russie, Alessandro I, dichiarò esservi al disopra di lui il principio della giustizia, ma chi proclamava questo principio? egli medesimo; chi n’erano i custodi? i suoi satelliti. Ogni epoca annovera il suo giusto ed il suo vero: di quali, fra’ tanti, parla Mazzini? Riconoscere doveri è, nè può negarsi, ammettere il diritto di limitare la libertà, e questo principio, più meno largamente applicato, è quello su cui si fondano i moderni governi d’Europa. Voi siete liberi, vi dice la monarchia costituzionale, fintantochè la vostra libertà non eccede i limiti dell’equo e del giusto; il fisco è incaricato di additarvi cotesti limiti.

Chiunque mi dirà: devi compiere il dovere di conquistarti la patria, assume su di me un tuono di superiorità e di comando; io nol patisco, e rispondo: chi sei tu che il dici? — Dio lo vuole. — Ed io: dimostrami prima che esiste Dio, e poi dammi le prove che tu sei l’interprete della sua volontà, altrimenti, se puoi costringermi con la forza, non sei che un tiranno; nel caso contrario non posso che compatirti. Per contro, ogni individuo può farsi il propugnatore dei diritti universali senza arrogarsi autorità, e senza intaccare la libertà di alcuno. L’uomo nasce libero ed indipendente, dunque ha diritto all’esistenza, diritto di sviluppare ed utilizzare le proprie facoltà, diritto al pieno