Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/229

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protezione di qualche altra potenza? Mai no; tutti i governi stranieri apertamente, o con l’inganno, sonosi coalizzati alla nostra rovina. Confidiamo adunque nelle sole nostre forze, e miriamo alla completa distruzione del nemico senza arrestarci alla minaccia; essa altro non è che un’arma nelle mani del minacciato.

Guai se la plebe, contenta di vane promesse, farà dipendere dall’altrui volere le proprie sorti! Essa vedrà molti di coloro che si dicono liberali, umili negli atti, larghi in promesse, con dolci parole adularla, come costumano adulare i tiranni e carpirne il voto. Divenuti onnipotenti ed inviolabili pensano al loro meglio e ribadiscono le catene di lei; ed alla richiesta di pane e lavoro, rispondono come l’assemblea francese rispose nel 48, col cannone. Finchè la società verrà composta da molti che lavorano e da pochi che dissipano, e nelle mani di questi pochi sarà il governo, il popolo deriso col nome di libero e di sovrano, i molti non saranno che vilissimi schiavi.

Tutte le leggi, tutte le riforme, eziandio quelle in apparenza popolari, favoriscono solamente la classe ricca e culta imperocchè le istituzioni sociali, per loro natura, volgono tutte in suo vantaggio. Voi, plebe, allorchè crederete avvicinarvi alla meta, ne andrete invece più lontano. Voi lavorate, gli oziosi gioiscono; voi producete, gli oziosi dissipano; voi combattete ed essi godono la libertà. Il suffragio universale è un inganno. Come il vostro voto può esser libero, se la vostra esistenza dipende dal salario del padrone, dalle concessioni del proprietario? Voi indubitatamente voterete, costretti dal bisogno, come quelli vorranno. Come il vostro voto può esser giusto, se la miseria vi condanna a perpetua ignoranza, e vi toglie ogni abilità per giudicare degli uomini e de’ loro concetti? Come può dirsi libero un uomo la cui esistenza dal capriccio d’un altro uomo dipende?