Pagina:Platone - Fedro, Dalbono, 1869.djvu/124

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11. Il fiume Ilisso fu detto anello ruscello per la sua piccolezza. Sorgeva sulle sue sponde un altare alle Muse ed uno a Borea.

12. Accenna con questo alla povertà di Socrate, mentre egli Fedro si trova scalzo per la stagione.

13. pag. 5. Orizia figlia di un re di Atene negata dal padre a Borea re di Tracia che l’aveva richiesta in moglie fu da costui rapita mentre si stava sollazzando vicino all’Ilisso. Platone vede in questa storia un allegoria alla sventura della fanciulla che il vento fece cadere in mare o dalle vicinanze dell’Ilisso o dalla sommità dell’Areopago collina prossima ad Atene.

14. pag. 6. Ippocentauri o centauri, mostri creati dalla fantasia degli antichi ai quali diedero corpo metà di uomo metà di cavallo. Le Gorgoni erano le tre sorelle figlie di Forco Dio marino, delle quali la più famosa era Medusa. I poeti hanno dato ad esse teste armate di serpenti, ali alle spalle. Gli uomini nel guardarle impietravano. La Chimera era mostro alato con testa di leone, coda di drago, uccisa da Bellerofonte. Essa era figlia di Tifone altro nume malefico che ebbero i Greci come gli Egiziani. Il cavallo Pegaseo era un cavallo alato nato del sangue di Medusa.

15. pag. 17. Il fiume Acheloo consideralo come Dio; uno di trecento fiumi divini, figliuoli dell’Oceano e di Teli.

16. pag. 18. Era usanza di quello degli Arconti, magistrato di Atene, che si fosse lasciato corrompere nelle funzioni del suo ufficio, di consacrare una statua d’oro rappresentante la sua persona nel tempio d’Apollo a Delfo.

17. pag. 19. I Cipselidi figliuoli di Periandro nato da Cipselo e tiranno di Corinto, cacciati da Corinto, fecero voto di una statua di oro se fossero ivi ritornati, come ritornarono.

18. pag. 20. Il giurare in nome del platano era comune per la riverenza in cui era questo albero la cui traspirazione era salutare. Epicuro dava le sue lezioni sotto i platani e n’era ornato il Liceo dove insegnava Aristotile. Avuti in venerazione anche dagli orientali secondo Erodoto.

19. Col capo coverto; detto per certo pudore, dovendo trattare un argomento ch’è propriamente un insania dell’intelletto e potrebbe offendere il pudore.