Pagina:Platone - Fedro, Dalbono, 1869.djvu/78

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soavi. É dunque per molte ragioni che noi dobbiamo parlare e non dormire, in quest'ora meridiana.

Fed. Adunque bisogna parlare.

Socr. E bisogna quindi che noi ricerchiamo quello che poco fa ci proponemmo, cioè che cosa sia il parlare e lo scriver bene, o il suo contrario.

Fed. Così è.

Socr. Ora non è necessario che colui il quale voglia ragionar bene e compiutamente di una cosa, debba avere una conoscenza esatta e vera di quelle cose delle quali sta per parlare?

Fed. In quanto a ciò, o Socrate caro, io ho udito che non occorra a chi vuol diventar retore apprendere la verità di ciò che è, ma solo quella ch'è l'opinione della più parte della moltitudine la quale dovrà dar giudizio, e non già quello che nel fatto sia bello o buono, ma quello che sia creduto tale; perchè da queste apparenze, piuttosto che da ciò che è il vero di fatto, nasce negli uomini la persuasione.

Socr. Non dev'essere rigettata, o Fedro, la parola che vien pronunciata dagli uomini sapienti, anzi considerarla che cosa voglia dire; e per questo, neppur ciò che tu hai detto ora dev'esser trapassato così.

Fed. Tu dici bene.

Socr. Dunque esaminiamolo in questo modo.