Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/49

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EUREKA 49 diffusa così da soddisfare, in pari tempo, alle due condì-' zioni generalmente uguali dell'irradiazione e della distribuzione Io sostengo, in secondo luogo, che queste stesse condizioni mi sono state imposte come necessità, per la conseguenza di un raziocinio, tanto rigorosamente logico quanto quello che stabilisce una dimostrazione qualunque di Euclide; e, in terzo luogo, io sostengo che, anche se l'accusa d’« ipotesi » fosse tanto perfettamente sostenibile quanto è, invece, perfettamente insostenuta ed insostenibile, la validità e l'indiscutibilità del mio risultato non sarebbe disturbata neppure nel piu leggiero particolare. Mi spiego: La Gravitazione di Newton — una legge di Natura — una legge sulla cui esistenza nessuno fuori di Bedlam può discutere — una legge la cui accettazione ei permette di spiegare i nove decimi dei fenomeni dell’Universo — una legge che, semplicemente perchè ci permette di spiegare questi fenomeni, noi desideriamo e non possiamo far a meno di ammettere come legge, senza rivolgerci a nes- sun’altra considerazione — ma una legge, di cui nè il principio, nè il modus operandi non è stato mai fino ad ora tracciato dall analisi umana — una legge, in breve, che, tanto nei suoi particolari quanto nelle sue generalità non fu mai assolutamente trovata suscettibile di spiegazione — si è visto, alfine, che è perfettamente spiegabile in ogni punto, purché noi concediamo solamente il nostro consenso a — a che cosa? Ad una ipotesi? Ma, se una ipotesi — se la più semplice ipotesi — se una ipotesi per la cui assunzione come nel caso di quella pura ipotesi della legge Newtoniana stessa — non potesse determinare nessun’ombra di ragioni a priori — se una ipotesi anche tanto assoluta quanto tutto ciò richiede, ci permettesse di scorgere un principio della legge Newtoniana — ci permettesse di considerare come soddisfatte delle condizioni cosi miracolosamente — cosi ineffabilmente complesse e apparentemente così inconciliabili come quelle implicate nelle relazioni di cui c’informa là legge di Gravità; quale essere ragionevole potrebbe spingere tant'olire la sua stupidità fino a chiamare quest’ ipotesi assoluta, un’ ipotesi e nulla più — a meno che, veramente, egli non persistesse nel chiamarla cosi, coll’idea di farlo semplicemente per amore della coerenza verbale ? Ma qual’è presentemente il vero stato della nostra questione? Quale è il fatto? Non solamente non è una ipotesi che noi dobbiamo adottare per rendere conto del principio già spiegato, ma è una conclusione logica che noi siamo invitati, non già ad adottare, se possiamo evitarlo — ma semplicemente a negare se lo possiamo — una conclusione cosi accuratamente logica che per discuterla — per dubitare della sua validità si dovrebbe fare uno sforzo superiore al nostro potere — una conclusione da cui non si vede nessuna 4