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ai lettori 5


di enimmi, di antinomie schiaccianti, poi d’un tratto ecco lo zampillo di una soluzione felice, tanto più gradita quanto meno prevista, poi ecco un getto rettilineo e vittorioso di conseguenze sconcertanti ma imperiose, rapide come un fuoco d’artifizio, poi una luce, tutta una raggiera di luce dove il poeta d’ascensione in ascensione canta un inno solenne alla straordinaria apoteosi dell’Universo.

Richiamiamo l’attenzione del sagace lettore sopra la gradazione sapiente delle frasi e sopra l’architettura intima delle prove che sono tutte un calcolo logico ed estetico premeditato ed una vera equazione in via di sviluppo. Ognuno avrà campo di ammirare in questo poema la sorprendente abilità di suscitare il colmo dell’interesse letterario, rifiutando ogni elemento sentimentale. Quel freddo piacere geometrico, direi quasi strategico, dell’attività cerebrale che il Poe ha perseguitato e descritto in molti de’ suoi Racconti straordinari, qui appare più che mai chiaro, atono e completo.

L’imperturbabilità logica di volare sopra ed oltre i confini del razionale è proprio il sigillo di questo stranissimo genio che ha avuto la fortuna di essere interpretato e compreso dai maggiori critici contemporanei dei due mondi, ma aspetta ancora un vate sacro che ne canti pienamente le lodi.

Ma più che un libro di Verità «Eureka» è il poema dell’ipotesi. Non per nulla il Poe ha voluto dedicarlo «a quelli che mettono fede nei sogni come nelle sole realtà»; maraviglioso romanzo metafisico in cui tu riscontri accanto a miracoli di congetture sagaci, congetture paradossali ed iperboliche che ti dànno le vertigini, poi intrecciati in certe prolisse e monotone stemperature letterarie che sembrano create appositamente per generare una specie d’ipnotismo spirituale necessario al rapimento che l’autore si prefigge in ogni sua opera — sogni e suggestioni inverosimili, petulanze scientifiche, malignità puerili, lampi di sdegno, ironie amare, induzioni e deduzioni potenti, fossili portentosi di sentimento, allucinazioni filosofiche, sacri furori, e sopratutto entusiasmi scien-