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EUREKA 6 2 consideraro tutti i fenomeni riferiti come pure manifestazioni, differenti di modo e di grado dalla condensazione della'Terra, debolmente continuata. Se le mie vedute sono attendibili, noi dovremmo essere preparati a trovare i pianeti più recenti — cioè quelli che sono più vicini al Sole — più luminosi che quelli più antichi e più lontani — e lo straordinario splendore di Venere (sulle cui parti oscure le aurore sono visibili frequentemente durante le sue fasi) non sembra interamente spiegabile soltanto per la sua prossimità al globo centrale. Essa è senza dubbio vivamente luminosa di per sè, sebbene meno di Mercurio: mentre la luminosità di Nettuno è comparativamente nulla. Ammettendo quanto ho già detto, è chiaro che il Sole, al momento dell'emissione di un anello, deve avere una continua diminuzione tanto della sua luce quanto del suo calore, a cagione della continua incrostazione della sua superficie; e che un periodo giungerà — il periodo che precede immediatamente una nuova emissione — in cui una diminuzione di luce e di calore veramente materiale diventerà sensibile. Ora, noi sappiamo che i segni di tali cambi sono distintamente riconoscibili. Sull' isola di Melville — per addurre semplicemente uno fra cento esempi — noi troviamo traccio di vegetazione ultra-tropicale di piante che non avrebbero mai potuto fiorire senza una luce ed un calore immensamente maggiore di quello che ci dà presentemente il nostro Sole per ogni parte della superficie della Terra. È tale vegetazione riferibile ad un'epoca immediatamente susseguente all’emissione di Venere? A quell'epoca deve essere avvenuto per noi il maggiore aumento dell’influenza solare; e, in fatto, quest’influenza deve averi-aggiunto allora il suo maximum — non considerando, naturalmente, il periodo in cui la Terra stessa fu espulsa — periodo per lei di semplice organizzazione. Di più : — noi sappiamo che esistono dei soli non luminosi — dei soli, cioè, la cui esistenza è determinata da noi per mezzo dei movimenti degli altri, ma la cui luminosità non è sufficiente ad impressionarci. Questi soli son forse invisibili semplicemente a cagione della lunghezza del tempo passato dacché hanno espulso un pianeta ? E più ancora : — non possiamo noi — almeno in certi casi — spiegare la subitanea apparizione di certi soli dove prima non se ne era sospettato alcuno, supponendo che ognuno di questi soli avendo roteato colle sue superficie incrostate durante lo diverse migiiaja di anni della nostra storia astronomica o lanciando via un nuovo astro secondario abbia finalmente potuto spiegare gli splendori delle sue parti interiori sempre incandescenti? — In quanto al fatto ben certo dell'aumento proporzionale di calore a misura che noi discendiamo