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EUREKA 99 XVI. Ma dobbiamo noi arrestarci qui? No. Nell'agglomerazione e dissoluzione Universale, noi possiamo prontamente concepire che da una serie di condizioni nuove e totalmente differenti possa derivare — un’altra creazione ed irradiazione ritornante in sè stessa — un’altra azione o reazione della Volontà Divina. Guidando la nostra imaginazione per mezzo di quella suprema legge delle leggi, la legge della periodicità, non siamo noi veramente più che autorizzati ad accogliere la credenza — diciamo più tosto ad accarezzare la speranza — che i processi che noi ci siamo avventurati ad osservare saranno rinnovati eternamente ; e che un nuovo Universo ingrandirà nell’esistenza e poi cadrà nel nulla ad ogni pulsazione del Cuore Divino? Ed ora, — questo Cuore Divino — che cosa è? È il nostro proprio cuore. Non spaventiamo la nostra anima coll' irriverenza puramente apparente di quest’ idea e non la togliamo a quel freddo esercizio di coscienza — a quella profonda tranquillità dell’analisi dì sè stessa — per mezzo della quale, soltanto, noi possiamo sperare di arrivare fino alla più sublime verità, e di guardarla a nostro bell’agio faccia a faccia. I fenomeni dai quali devono, in questo momento, dipendere le nostre conclusioni, sono puramente ombre spirituali, ma non di meno del tutto sostanziali. Noi passeggiamo attraverso ai destini dell’esistenza del nostro mondo circondati da Memorie oscure, ma pur sempre presenti di un Destino più vasto — molto remoto nel tempo trascorso, ed infinitamente imponente. Noi viviamo una Gioventù particolarmente incalzata da tali sogni, che però non consideriamo mai come sogni. Noi li riconosciamo come Memorie. Durante la nostra Gioventù la distinzione è troppo chiara per ingannarci anche per un solo momento. Finché dura questa Gioventù il sentimento della nostra esistenza è il più naturale di tutti i sentimenti. Noi lo comprendiamo del tutto. Che vi fosse un periodo in cui non esistevamo — o che potesse essere accaduto che non avessimo mai esistito — sono considerazioni che durante questa gioventù noi troviamo realmente difficili a capire. Perchè avremmo potuto non esistere, questo è, fino all'epoca detta nostra Virilità, di tutti i quesiti quello al quale ci sarebbe stato più difficile rispondere. L'esistenza — la propria esistenza — 1’esistenza di tutti i tempi e di tutta l’eternità — ci sembra, fino all’epoca della nostra Virilità, una condizione ormale ed incontestabile: — questo sembra,perchè questo è.