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164 poemetti allegorico-didattici

quiv’è la storia di Giulio Cesáro,
co le milizie e’ cavalier’ pregiati,
sí come ’l mondo tutto soverchiaro,
ricevendo trebuti smisurati:
sonvi i porti e’ navili e le battaglie,
le sconfitte e l’asprezze e le schermaglie,
che fecero i Roman’ molto onorati.

     Ed è in tra quelle nobili pinture 78
sí come Cesare acquistò i Belguesi,
e i Celte e i Potevin’, con lor nature:
tutte e tre genti s’appellan Franzesi,
Marn’e Saonne vi sono ’n figure,
ed Eule, che dividon li paesi;
quando Cesare andò per acquistarla,
iera consolo allor Marco Messalla
e Marco Piso, eletti di que’ mesi.

     E tutto v’è come Marco Turnusso 79
disconfisse li Normandi in battaglia;
ed èvi il buon Marcusso Antoniusso,
con gente ch’uom non sa qual piú si vaglia;
e Cesar quand’uccise Artigiusso,
che non fu de’ musardi sanza faglia;
èvi intagliato il buon Drappel Brennone,
che tagliò a Cesar dell’elm’un brandello,
in un assalto di bella schermaglia.

     E sonvi i nomi de li Sanatori, 80
che fuoro scritti in tavol’ d’auro fino;
e i consoli che fuoron poi signori,
dopo l’esilio del buon re Tarquino.
E poi si stabilîr tre dittadori,
che sovr’al consolato ebber domino;
sonvi trebuni, edile e quisitori,
pretor’, patrici, vescovi e censori,
e gli uficial’ ch’avean Roma ’n domino.