Pagina:Poesie (Carducci).djvu/1023

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rime e ritmi 997

ringuainando placido la spada
Azzo Novello salutò con mano
la sventolante rossa croce per le
                           108itale insegne!

D’allora un lume d’epopea corona
l’aquila d’Este; e quando ne le sale
le marchesane udian Isotta e i fieri
                           112giovani Orlando,

un mesto suon di rapsodia veniva
giú d’Aquileia dal disfatto piano,
venía co ’l Po, cantatagli da’ flutti
                           116d’Ocno e di Manto,

l’itala antica melodia di Maro;
e le vïole de’ trovieri a un tratto
tacean; la dama sospirava, in alto
                           120guardava il sire.

E a te, Ferrara, come già d’alpestre
sostanza i fiumi ti recâr tributo,
onde tu stesti nel gran piano e saldo
                           124crebbe San Giorgio,

a te da i monti a te da le colline
d’Italia verdi profluí l’ingegno
e la bollente d’igneo vigore
                           128materia umana.