Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
93 |
Ma Roma ingrata videlo
Egro, da lei lontano
Languir fra genti inospite
Pietà chiedendo invano.
Là del gelato Sarmata
In su i barbari lidi
Quai non udissi misero
Metter dolenti gridi!
E intanto del mar Scitico
Le crude onde frementi,
E i sassi ripetevano
Quei non più uditi accenti.
Te pur le grazie godono
Le Mierre ornar di fiori
Se le tue corde sonano
Ninfe leggiadre e amori
O se il pittor per l’arduo
Sentier tu guidi, e schiudi
L’arte, onde vita spirano
Le tele informi e rudi.