Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/248

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fissi tenendo, una miglior ne aspetta.
545Questi sieno i tuoi quadri, e la lor vista
l’innocente rimprovero e del guasto
costume sia la salutar censura.

Ah! in questa guisa, amabile Licori,
tu coH’esempio tuo del mondo reo
250la satira tu sei; satira all’empio

la tua pietá, la tua modestia al vano,
al finto il tuo candor: satira il labbro
prudente e veritier, satira il core
fido agli amici, ai poveri pietoso,

-255 puro, onesto, leal; satira infine

quel che sei, quel che fai, se parli o taci.
In te si specchia ammutolito il vizio
e una secreta involontaria sente
stima di te, di sé vergogna e un dolce
260d’imitarti desio. Tanto l’aspetto

è di virtude ad invaghir possente!
Questa, ah! si questa col silenzio stesso,
questa con l’opre e con parlar trionfa,
al cor fa forza; e dal suo labbro un cauto
265fraterno avviso ed un consiglio amico
persuade, ammollisce, alletta e vince
quel reo sovente, che ai sarcasmi amari,
alle mordaci satire e agl’insulti
inasprito ributtasi e sdegnoso
270volgeti il tergo e nel suo mal s’ostina.
Sai di Borea col Sol l’antica gara,
a chi primo di lor depor farebbe
a quel pedestre viaggiator il manto.
Borea fra i nembi avvolto e l’ali sparso
275di neve e il crin, con fremito sonoro
a sbuffar cominciò: dal freddo soffio
intirizzito rannicchiossi e tutto
nelle sue vesti, il passeggier si chiuse.
Rinforza gli urli e inferocisce il vento