Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/348

Da Wikisource.

sono la IX e la xviii, vi furono aggiunte nella ediz. di Firenze del 1794 in-i6o. Ora, ridotto all’ultime lezioni, è accresciuto di altre otto che qui giova indicare, cioè la xiii, xiv, xv, xvi, xxxv, xxxvii, xl, xlii, ed oflfre inoltre vari notabili cangiamenti.

st. 22 — L’a. era allora occupato nella versione del Pindaro. [È noto che la rifece per intiero due volte, e poi la bruciò].

st. 42 — Ciò vuoisi intendere dell’ indole del melodramma, sempre funesto ai progressi in Italia della tragedia, non giá dell’ incomparabil Metastasio, del cui merito non puossi dir tanto, che piú non rimanga a dire. Bettinelli disse:

Fatto musico Ettor, musico Achille, fé’ di battaglia e d’armonia duello, e cantando s’azzuffa e muor cantando:

cosa veramente ridicola per gli uomini di buon senso, che sventuratamente son pochi. La moltitudine, che ride si spesso, non ravvisa codesto ridicolo, e di esso non ride. Altrimenti gli scrittori di poesia per musica seria farebbero senno, o cesserebbero di scrivere, che sarebbe ancor piú facile e meglio.

si. 4j — Thomson, autore del celebre poema Le stagioni, non piú invidiabile all’Italia dopo quello sullo stesso soggetto dell’insigne abate Barbieri.

st. 44 — Ossian. I leggitori denno rammentarsi che il poeta parla a Cesarotti, e che questi nella prima edizione dei suoi versi ossianici aveva inserite certe note comparative del bardo celtico con Omero, le quali non tornavano quasi mai a vantaggio del greco.

st. 48 — Allude l’autore al suo poema sul Bello, in versi sciolti.

II

CARLO CASTONE REZZONICO DELLA TORRE

(Como, 1742-1796).

È una delle piú curiose fra le molte prove, che si han nel Settecento, di quel che valgano in poesia le «buone intenzioni» o gli alti intendimenti. Cominciò ragazzo ancora, a sedici anni, traducendo V Ero e Leandro di Museo; e dei giovani poeti della corte parmense, presso la quale visse quasi sempre, pur peregrinando per l’Italia e l’Europa, fu il prediletto al Frugoni: e del Frugoni pubblicò le Opere in una bella e troppo copiosa ediz. (Parma, stamp. reale, 1779, in nove voli.).