Pagina:Polidori - Il Vampiro, Mattiuzzi, 1831.djvu/27

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più dolci, che ben potea scusarsi la distrazione dell’antiquario, il quale rapito dalla contemplazione di questa eterea creatura, lasciavasi sfuggire dalla memoria una scoperta, che prima credeva di somma importanza alla esatta interpretazione d’un passo di Pausania. Ma a che tentare di descrivere dell’attrative che tutti possono sentire, nessuno apprezzare abbastanza? In questa fanciulla era raccolto tutto ciò che di più seducente possede l’innocenza, e la beltà che non sia stata contaminata dall’alito d’una società corrotta, e dalle sue contagiose ricreazioni. Mentre ei dipingea i frammenti di quegli oggetti di cui desiderava serbarsi un’immagine nell’ore avvenire, essa sedeva presso di lui, ed ammirava i magici effetti del suo pennello che ritraeva le scene più dilettoso della sua terra natia. Allora essa gli descriveva la gioja delle danze che un dì ricreavano quelle amene pianure, e gli dipingea coi colori più splendidi d’una memoria infantile, la pompa degli sponsali che rammentavasi d’aver veduti nei suoi più verd’anni. Quindi si facea a parlare degli oggetti che più aveano colpito la di lei fantasia, e ripeteagli tutti i racconti di enti soprannaturali ch’ella un gior-