Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/114

Da Wikisource.
108 ludovico settala


nel libro quarto della Politica e nel secondo della Retorica, diceva che per la prospera fortuna gli uomini si fanno piú insolenti, e nella contraria piú modesti e piú quieti.

Ben vi aggiunge però nel medesimo luogo Aristotele un bellissimo ammaestramento, che quando pure si abbi condotto alcuno ad una tanta altezza, conviene poi tanto maggiormente fuggir l’altro scoglio opposto, di non volerlo poscia in un tratto digradare da un tanto onore, che se gli è dato: ma a poco a poco cercare di levargli di mano l’autoritá e gli onori.

E perché dalla forma della vita seguitata dai privati ponno nascere ancora delle novitá nelle republiche, scrive Aristotele ivi un avvertimento di ragion di stato commune a tutte le specie di republiche, che però in quella degli ottimati, come piú principale, è piú d’importanza: che si debba ordinare un magistrato, il quale abbia da osservare i modi di vivere tenuti da’ cittadini, per potergli notare e correggere, quando non siino conformi alla qualitá della republica, o aristocratica o popolare o politica o d’altra sorte che ella si sia, nella quale essi si trovano, partendosi dagli ordini convenienti o nel vestire o nel banchettare o nell’armeggiare o in far nozze o in altro affare: al che spesso ne seguono innovazioni importantissime a tutto lo stato della republica. Siccome anco per una simil cagione hannosi da osservare i modi dell’oziare e darsi bel tempo, che usi questa o quella sorte d’uomini, cioè i ricchi, i poveri e i mezzani; poiché da simili ridotti e dalla licenziosa vita d’alcuni nascono motivi d’importanza, e spesso machinamenti contro la republica.

Nella republica romana i censori avevano questo incarico, e presso gli ateniesi nell’Areopago ciò si trattava. Era appresso de’ greci un determinato censore circa il vivere e vestire delle donne, che si chiamava γυναικονόμος. Cosí dopo le guerre civili, in ogni cosa essendo variata la republica romana, prima C. Cesare e poi Augusto fecero prefetti sopra tutte queste cose e in particolare sopra i costumi, come scrive Dione istorico. E quindi nelle ben ordinate republiche con ogni diligenza si procura, che non s’innovi cosa alcuna nei costumi, nel vivere