Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/193

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dal «tacito abburattato» 187


sovverrammi per contrario, che un sofista favellando della rosa, non dicea come que’ sciocchi: Coronemus nos rosis antequam marcescant, ma diceva: Sanguine ne coronemur, fugiamus florem, qui ne a Venere quidem abstinet. Non fiutiamo questi porporati, non solo ne sanguine coronemur, ma acciò ch’essi non si facciano corona del nostro sangue: hanno troppo spine. Sa Agrippina, che alla propria madre, s’ella troppo troppo vuol saper de’ loro fatti, non la perdonano. Vogliono che i cortigiani, come i servi in Scizia, sian tutti ricchi. Prendasi dal Nilo, (dicono essi) ciò che voglion compartirti le sue braccia, ma non sia chi di trovargli il capo voglia presumere. Altrimenti farò compagnia a quel misero Montano, che avvenutosi di notte nel crudel Nerone, che godea di andar incognito facendo lo scapestrataccio, quia vim tentantem acriter repulerat, deinde agnitum oraverat, quasi exprobrasset imori adactus est. Sciocco in non trattarlo con una stoccata da quel ch’ei voleva esser tenuto allora, anzi che riconoscerlo con venerazioni intempestive da quel ch’egli era.

Ma siccome qualsivoglia regola ha sua eccezione, forse che Tiberio era diverso in questo dagli altri principi. È verissimo, perché in paragone di esso tutti gli altri principi, anche i piú bugiardi, e doppi, e simulati, semplicissime colombe potean chiamarsi. Voler dir qual ei si fosse, fôra un creder di accertare in dir che un vel fatto a cangianti sia vermiglio o bianco o verde o rosso o nero, mentre ch’egli non è niuno con esser tutti; fôra un voler dare ad una instabil nuvola titol piú di torre che di drago, piú di nave che di cocchio, mentre non puoi dir «l’è questo», che non trovi tutto a un tratto ch’ella è quell’altro. Rideva, e misero a chi andava il riso: ridea forzato e fea morir ridendo. Guardava, e erano di strambo sue guatatine: qua additavano, e coglievan lá. Quasi fievole nel camminare avea la gruccia: ma era finzione appresa dal leon di Esopo, simularsi infermo per dar di unghia a chi affidato osava troppo apressarsi; era liberale in appellar fratello, o figlio caro, or questo or quello nel passar per via, ma ciò faceva per poter i parricidii multiplicare. Era oracolo: ma guai quel sacerdote che