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210 il milione


femmine ogni dí si lavano due volte tutto il corpo, la mattina e la sera; e mai non mangierebbono se questo prima non avessero fatto, nè non berebbono. E chi questo non facesse è tenuto come sono tra noi i paterini. E in questa provincia si fa grande giustizia di quegli che fanno micido o che imbolino, e d’ogni malificio.1 E chi è bevitore di vino non è ricevuto a testimonianza per l’ebrezza, e ancora chi va per mare2 dicono ch’è disperato. E sappiate ch’egliono non tengono a peccato niuna lussuria. E v’ha sí gran caldo ch’è maraviglia; e vanno ignudi; e non vi piove se no tre mesi dell’anno, giugno e luglio e agosto; e, se non fosse questa acqua che rinfresca l’aiere, e’ vi sarebbe tanto caldo che niuno vi camperebbe. Quivi hae3 molti savi uomeni di filosafia, cioè di quella che fa conoscere gli uomeni alla vista. Egli guatano ad agúre piú che uomeni del mondo, e piú ne sanno,4 che molte volte tornano a dietro di loro viaggio per uno istarnuto o per una vista d’uccello. E di tutti i loro fanciulli, quando nascono,5 iscrivono il punto e la pianeta che regnava quando nacque, perciochè v’ha molti astrologi e indovini.6 E sappiate che per tutta l’India li loro uccelli sono divisati da’ nostri, salvo la quaglia e li vilpristrelli: egli vi sono grandi come astori, tutti neri come carboni. E danno agli cavagli carne cotta con riso e molte altre cose cotte. Qui ha molti monisteri d’idoli,7 e havvi molte donzelle [e fanciulli] offerti da loro padri e da loro madri per alcuna cagione. E il signore del monistero, quando vuole fare alcuno sollazzo agli idoli, si richeggiono questi offerti; ed egli sono tenuti d’andarvi, e quivi ballano e trescano e fanno gran festa. Queste sono molte donzelle; e piú volte queste donzelle portano da mangiare a questi idoli, ove sono offerte: e pongono la tavola dinanzi agli idoli, e pongonvi suso vivande, e lascianlevi istare suso una

  1. Pad. In questa contrá se guarda la gran parte de bever vino; e quelli che...
  2. Berl. perchè i dixeno che colui che va per mare è desperado, e però non val le suo’ testimonianze.
  3. Pad. Berl. molti che sano filosofia, che sono a cognosser i omeni se sono boni o cativi; e cussi le femene...; e che significa inscontrarse in oseli over in bestie.
  4. Berl. perchè, (se) algun va in algun luogo, e olde (che) alguni (starnua) e par ch’el sia bon per lui, el va piú avanti, e s’elo non i par ch’el sia bon, subito el se mete a sedere, e molte volte el torna indriedo.
  5. Berl. subito el padre over la madre fa scrivere el dì dela so nasion, el mese e la luna...
  6. Berl. Pad. E sapiè che per tuto questo reame e per tuta l’India sono bestie e oxeli..., ezeto la quaia, simele ala nostra. Ma tutte le altre cosse sono diverse dale nostre; e ’l ghe n’è balbastreli grandi comò sono astori; (e àno ostori) negri come corbi, e sono molto mazor: e vola ben e oxelano ben.
  7. Berl. ale qual molte damixele se ofereno a questo muodo: perchè i pari e le mare ofereno quele ale idole, e piú i piaxe quante volte al dì è oferte. Quelle tante volte el munego de quel monestier rechiere quelle che le vegna a solazar ale idole, subito vien cantando e sonando, e fano gran festa con queste damiselle, le qual sono in gran quantitade.