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68 il milione

LVIII (LXX)

Dello iddio de’ tarteri.

Sappiate che la loro legge è cotale, ch’egli hanno un loro iddio e’ ha nome Natigai, e dicono che quello èe iddio terreno, che guarda i loro figliuoli e loro bestiame e loro biade. E fannogli grande onore e grande riverenza, che ciascuno lo tiene in sua casa; e fannogli di feltro e di panno, e tengongli in loro casse. E ancora fanno la moglie di questo loro iddio, e fannogli figliuoli ancora di panno: la moglie pongono dal lato manco, e’ figliuoli dinanzi. Molto gli fanno onore, quando vengono a mangiare: egli tolgono della carne grassa e ungongli la bocca a quello iddio e alla moglie e a quegli figliuoli,nota poi pigliano del brodo e gittanlo giuso dall’usciuolo ove istá quello iddio. Quando hanno fatto cosí, dicono che il loro iddio e la sua famiglia hae la sua parte. Appresso questo, mangiano e beono: e sappiate ch’egliono beono latte di giumente, e concianlo in tale modo che pare vino bianco, e buono a bere, e chiamanlo «chemisi» (ckemisc). E loro vestimenta sono cotali: li ricchi uomeni vestono di drappi d’oro e di seta e di ricche pelli cebeline e ermine e di vai e di volpe, molto riccamente, e li loro arnesi sono molto di gran valuta: loro armi sono archi e spade e mazze; ma d’archi si aiutano piú che d’altro, imperocchè egli sono troppo buoni arcieri. In loro dosso portano armadura di cuoio di bufolo e d’altre cuoia forti. Egli sono uomeni in battaglia valentri duramente; e dirovvi com’egliono si possono travagliare piú che gli altri uomeni: che, quando bisognerá, egli andrá e stará un mese sanza niuna vivanda,