Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/109

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¿• gran regno, che per lunghezza dura bene dodici giornate. Reggesi per successione d’eredità, cioè tutti i re sono d’una progenie, la qual discese dal re Alessandro, e dalla figliuola di Dario re de’ Persiani, l5° E tutti quei re si chiamano Zulcarnen, l5‘ che vuol dire Alessandro. Quivi si truovano quelle pietre preziose, che si chiamano Baiassi molto belli, 153 e di gran valuta, e nascono ne’ monti grandi. Ma questo però è in un monte solo, il qual si chiama Sicinan, nel qual il re fa fir caverne simili a quelle dove si cava l’argento, e l’oro, e a questo modo truovano queste pietre, nè alcun’altro salvo che il re può farne cavare sotto pena della vita, se di special grazia, per il re non viene concesso, e qualche volta ne dona ad alcuni gentiluomini, che passano di la, quali non possono comprarne da altri, nè portarne fuori del suo regno senza sua licenza. E questo fa egli perchè vuole, che i suoi baiassi per onor suo siano di maggior valuta, e tenuti più cari • perchè se ciascuno a suo piacere li potesse cavare o comprare, e portar fuori trovandosene in tanta copia, verrebbono a vilissimo. Nell’introduzione trattammo dello stabilimento dei Greci di Battria’ na e del regno che vi fondarono [. Una preziosa notizia ci da qui il Polo, cioè che malgrado le rivoluzioni dei tempi e la distanza di tanti secoli si mantenesse la memoria di quell’epoca famosa, e che i regi di quella contrada non solo si vantassero di discendere dai Greci, ma dal celebre Macedone conquistatore. Amano narra che Alessandro superata Bactra ed Aorno, le più celebri città della Battriana, lasciò presidio in Aorno sotto il comando d’Archelao, e fece una Satrapia del resto del paese, di cui die il governo al Persiano Ai tabazo (Exp. p. 23?.). Il Marsden (Not. 263) fa menzione di alcuni regnanti di quelle contrade, che anche verso la metà del Secolo XV. pretendevano essere del sangue d’Alessandro, e cita anche il Tenente Ma’ cartney, che recentemente viaggio nel Cabulistan, il quale dice che il Re di Derwauz (luogo vicino alle sorgenti dell’Osso) affermava discendere da Alessandro Magno, e che la sua pretensione è ammessa dai suoi vicini. 151. Vedasi t. I. p. 29. Not. i52. Baiassi. Del Balascio tratta il Teifascile (Fior, di Pens. sulle Pietre Prez. Fir. 1818) l’Arabo scrittore di cui dobbiamo la pubblicazione e la versione al dotto -Sig. Raineri, dice che questa pietra preziosa viene dal Paese di Balkhasciah o come chiamanlo gli Agiamini Badkhascian (p. 24). Dal primo nome addolcito vedesi derivato quello che da il Polo alla contrada di Balascia (Cod. Bicc. t. I. p. 29), e che da esso ebbero nome quelle pietre preziose dette in Italia Rubini Balasci, o Balasci. Secondo Chardin questi rubini sono appellati in Persia Balacchani (Voy. t. III. p. 32).