Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/140

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la provincia. Le sue genti adorano gl’idoli, alcuni osservano la legge di Macometto, e altri sono Cristiani, ì quali hanno tre belle, e grandi Chiese in detta città. Quelli che adorano glldoli, hanno secondo la loro consuetudine molti monasteri, e abbazie ^ e in quelle gran moltitudine d’idoli 30?, de’quali alcuni sono di legno, alcuni di terra, e alcuni di pietra coperti d oro, e molto maestrevolmente fatti. Di questi ne sono di grandi e piccoli. Quelli che sono grandi, sono ben passa dieci di lunghezza, e giaciono distesi, e li piccoli gli stanno à dietro, quasi che pajono come discepoli a fargli riverenza. Yi sono idole grandi, e piccole, che similmente hanno in gran venerazione. I religiosi idolatri, vivono, secondo che pare a loro, più onestamente degli altri idolatri perchè s astengono da certe cose, cioè dalla lussuria^ e altre cose disoneste, quantunque reputino la lussuria non essere gran peccato, perchè questa è la loro coscienza, che se la donna ricerca l’uomo d’amore, possino usare con quella senza peccato, ma s’ essi sono primi a ricercar la donna, allora lo reputano a peccato. Item che hauno un Lunario 208 di mesi, quasi come abbiamo noi se’ provincia di Shem-si. Il Polo dice ch’era capo della provincia, infatti era residenza dei Signori di quel reame ai tempi di Genguiz-Can (Pet. de la Croix p. i >4)• La citta è sul fiume Etz’ina, e la provincia si ristringe in una stretta lingua di terra che sparge nel deserto. Conferma l’identità di Campicn e di Kart - tcheu Gaubil. (Hist. de Geng. p. 45) Quivi si fermano le Carovane e le ambasciate che giungono per terra alla Cina; vi risiede oggidì un potente Vicerè. (Du Hald. t. I. p. 207) Secondo l’asserzione dei Gesuiti la città e alla Lat. 5oJ o. Long. i5‘ J2~ all’occidente di Pekino. (Du Hald. t. IV. p. 478). 207. Gran moltitudine dIdoli. In questa citta sembra che incominciasse a v« dere quegl’idoli mostruosi del culto di Eoè. J\ecò meraviglia la grandezza colossale dei medesimi agli ambasciatori di Schah-Hock, che in delta città ne videro uno dorato e coricato che uvea i5o piedi di lunghezza con idoli più piccoli sulla testa e dietro le spalli (I. c. p. 58o). 11 Padre Giorgi descrive il tempio dei Buddisti di Lhnssa, ove •¡1 ex elatiori gradu eminet giganteum simulacrum Xacue (Alph. Thib. p. 411)• 11 Padre Rcgis osserva che Marco Polo parla assai chiaramente della Setta dei Lama, e dei loro incantamenti. Essi erano potentissimi nella Cina sotto In dinastia degli Yven, o dei Mugolìi. L vi rimasero in reputazione, sinchè i Mogolli possederono la Cina. I Cinesi tornati sotto principi propij, o a tempo dei Ahm; furono i Lama gracchiti coi Tartari dall’Impero, ma vi ricompavero »otto l’attuale dinastia. (Du Hald. t. IV. p.). ? 8 Lunario. Di questi Lunari dietro l’autorità dei quali fissano i fuusti o infausti iti delle lor faccende, parla il Padre Srmcdu (HiSt. de la Chine p. 1 <(>). E ilei loro digiuni, nelle prime lune «Iella primavera, dell’ estate, e dell’autunno. Di ciò parla anche la descrizione tcsU’ citata del Tibet (p. /\rt)