dorate, e inverniciate; e a ciascuna è un dragone tutto dorato,
che rivolge la coda alla colonna, e con il capo sosliene il soffittato, e stende le branche, cioè una alla parte destra a sostentamento del soffittato, e i’ altra medesimamente alla sinistra. Il coperchio similmente è di canne dorate e verniciate così bene, che
niun’acqua li potria nocere, le quali sono grosse più di tre palmi, e lunghe da dieci braccia, e tagliate per ciascun groppo2’8,
si partono in due pezzi per mezzo, e si riducono in forma di
giardini di Boboli, di Caprarola, e soprattuto di Pratolino. Il Baldinucci affermò che; » da questo hanno tolto coloro, che dipoi operarono in cose simili per
1‘ Europa tutta » (Vita del Buontalenti p. (jo) La vista di Pratolino desto somma ammirazione nel celebre Montaigne (Iournal du Voy. en Ital. 1774 t- I.
p. ?-4°)• Fu pubblicata in Londra nel 1757 un opera intitolata l’Arte di distribuire i Giardini all’uso Cinese, che di quel genere di abbellimento discorre con
piena cognzione. La natura (si dice) è il modello dei Cinesi, e scopo loro
l’imitarla nella sua varieta. Studiati i locali, ne nascondono i difetti, e prolittano delle favorevoli situazioni, ivi variandone l’aspetto con tortuose vie, attraverso di boschetti che conducono a punti di vista indicati da sedile, o da
edifizio, o da altro oggetto. La perfezione dipende dalla bellezza delle variate viste, dal riunirvi i più grazioni prodotti della natura. I loro disegnatori
di giardini distinguono tre sorti di belle prospettive, le ridenti, le orride, e
le incantevoli. Ottengono le ultime, o col far passare sotto terra un fiume
o un rapido torrente, che con fragore percuote l’orecchio senza che si scorga
d’onde nasca. Alcuna volta dispongono scogliere, fabbriche, e altri oggetti in
modo che il vento che gli percuote, spirando a traverso interstizj e cavità, dà
rumori strani, e inusitati. Abbelliscono i giardini con piante, alberi, e fiori
rari: vi fanno echi artificiali e complicati; gli popolano d’uccelli e animali mostruosi. Vi costruiscono scogliere che sembrano minacciare rovina, oscure caverne con impetuose cascate: vi dispongono alberi che sembrano scosciati dal
vento e dalla burrasca affin di dare orrido aspetto alla veduta. Alcuni di questi
sembrano caduti a caso, o svelti dall’impeto dell’acque, e sono situati in modo, che sembrano soffermare la corrente del fiume: altri sembrano colpiti dal
folgore. Vi costruiscono edifici come caduti in rovina, umili capanne quasi abituri di miseri villici. A tale viste alternano le ridenti, non ignari i Cinesi quanto commovan l’animo i contrapposti. Perciò da viste anguste si passa alle estese, dagli orrori alle ridenti prospettive di laghi, di fiumi, di piani, e da
questa ad alture e a boschi. Ai colori cupi e malinconici contrappongono i
più vivi, e distribuiscono giudiziosamente le masse d’ombre e di luce, dimodochè il tutto è distinto nelle parti ed è sorprendente nel complesso. Ciò basti come saggio del modo di disegnare quei giardini intorno ai quali discorre
lungamente il Rozier. (Cours compiei d’Agricult. Art. Iard. Anglais) è prima
di lui ne parlò il Gesuita Benoit (Lettr. Edif. t. XXIII. p. 429)’
278. Groppo in veneziano significa nodo. Di questo genere di canna o
della bambusa vedasi (t. I. p. 5g. n. d.).