Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/209

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del G ran Can, e tien corte osservando i modi e costumi, c tutte le maniere del padre, e questo perciocchè dopo la morte di quello è per aver’il dominio. Itein appresso al palazzo del Gran Can, verso tramontana, per uno tiro di balestra intra i circuiti delle mura è un monte di terra fatto a mano, la cui altezza è ben cento passi, e attorno attorno cinge ben per un miglio, il qual’è tutto pieno, e piantato di bellissimi alberi, che per tempo alcuno mai perdono le foglie, e sono sempre verdi. E il Signore quando alcuno li riferisse in qualche luogo essere qualche bell’albero, Io la cavare con tutte le radici e terra, e fosse quanto si volesse grande, e grosso, che con gli elefanti lo fa portare a quel monte, e in questo modo vi sono bellissimi alberi, sempre tutti verdi. E per questa causa si chiama Monte Verde, nella sommità del qual è un bellissimo palazzo, e verde tutto. Onde riguardando il monte, il palazzo, e gli alberi è una bellissima, e stupenda cosa, perciocchè rende una vista bella, allegra, e dilettevole. Item verso tramontana, similmente nella città è una gran cava larga, e profonda molto, ben’ordinata, della cui terra fu fatto il detto monte, e un fiume non molto grande empie detta cava, e fi à modo d’una peschiera, e quivi si vanno ad acquare le bestie. E dopo si parte il detto fiume passando per un’acquedotto appresso il monte predetto, e empie un’altra cava molto grande e profonda tra il palazzo del Gran Can, e quello di Cingis suo figliuolo, della terra della quale fu similmente inalzato il detto monte. In queste cave, ovvero peschiere sono molte sorti di pesci, de’ qual il Gran Can ha grand’abbondanza quando vuole. E il fiume si parte dall’altra parte della cava, e scorre fuori ■ Ma è talmente ordinato, e fabbricato, che nell’entrare, e uscire vi sono poste alcune reti di rame, e di ferro, che d’alcuna parte non può uscire il pesce. Vi sono ancora cigni, e altri uccelli d’acqua. E da un palazzo all’altro si passa per un ponte fatto sopra quell’ vita può inferirsene che il Polo descriveva le cose da lui vedute di mano in roano che le vedeva, e che descrisse il Palagio la prima volta clic fu a Cam-bulu. 518. Del Palagio del Gran Con. Il Magaillans ha minutamente descritto il nuovo Palagio (p. 278), e siccome il missionario parla del duplice recinto, ■.le’liversi palagi, che ne formano gli annessi, del fiumicello che traversa il re