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li Cataini, cioè, quelli che aveauo origine dalla provincia del Ca~
tajo, li foce il Gran Can uscir della vecchia città, e venir ad abitar nella nuova. E quelli di che egli non si dubitava che avessero ad essere ribelli, lasciò nella vecchia, perchè la nuova non era
capace di tanta gente, quanta abitava nella vecchia, la qual era
molto grande, e nondimeno la nuova era della grandezza come
al presente potrete intendere.
Questa nuova città ha di circuito ventiquattro miglia: è quadra,
di sorte, che muti lato del quadro è maggiore, o più lungo dell
altro, e ciascuno è di sei miglia, ed è murata di mura di terra,
che sono grosse dalla parte di sotto circa dieci passi, ma dalli
fondamenti in sù si vanno minuendo talmente, che nella pa rie
di sopra non sono più di grossezza di tre passi: e attorno attorno
sono merli bianchi. Tutta la città adunque è tirata per linea,
imperocchè le strade generali dall’una parte all’altra, sono così
dritte per linea: che s’ alcuno montasse sopra il muro d’una porta, e guardasse a dritlura, può vedere la porta dell’altra banda
a riscontro di quella. E per tutto dai lati di ciascuna strada generale, sono stanze, e bottege di qualunque maniera. E tutti i
terreni sopra li quali sono fatte le abitazioni per la città sono
quadri, e tirati per linea, e in ciascuno terreno, vi sono spaziosi, e gran palazzi, con sufficienti corti, e giardini. E questi tali
terreni sono dati a ciascun capo di casa, cioè, il tale di tal progenie ebbe questo terreno; e il tale della tale, ebbe quell’altro,
e così di mano in mano. E circa ciascun terreno così quadro,
sono belle vie, per le quali si cammina, e in questo modo tutta
la città di dentro è disposta per quadro, coni’è un tavoliero da
scaccili, e così bella e maestrevolmente disposta, che non saria
possibile in alcun modo raccontarlo. Il muro della città ha dodici porte 3‘9 cioè tre per ciascun quadro; e sopra ciascuna porta,
’/afa una porta. Le strade sono diritte ed alcune hanno 120 piedi di larghezza. Le case sono basse e mal fabbricate (Du Hald. t. I. p. ii5). Il Marti,
ni dice che vi sono pochi lastrici, che per ciò le vie sono molto polverose per
quanto obblighino gli abitanti ad inafiiarle, e batterle giornalmente. Si usa
vendervi la descrizione della città come nelle nostre città Europee (All
Sin. p. 25). Il Dualdo diede la pianta della città ove è segnato il posto della
montagna artificiale rammentata dal Polo.
5ii). Dodici porta. Il padre Martini lo conferma. Ma Magaillans lo correggi’, e dice 11011 esser che novej e che il Missionario segui in ciò la 1 dazione del